WOVO: la sex culture di cui avevamo bisogno
Intervista a Frida Affer, fondatrice di WOVO Store che ha rivoluzionato la visione della sessualità in Italia
Nel contesto politico e sociale in cui ci troviamo si è ultimamente acceso il dibattito riguardante l’educazione sessuale nelle scuole. Dibattito che coinvolge differenti punti di vista ed istituzioni e che, purtroppo, non ci ha ancora dato la possibilità di conoscere a pieno il nostro corpo per poter prendere consapevolezza delle mille sfumature che fanno parte dell’erotismo e della sessualità, del mutare umano.
Tuttavia esistono alcune realtà che grazie al loro impegno sociale ci permettono di comprendere meglio la sfera sessuale che rappresenta la sorgente dell’energia vitale. Tra queste spunta quella di WOVO, progetto che da sette anni si occupa principalmente della vendita di sex toys e consulenza sessuale.
Fondato da Frida Affer circa sette anni fa, inizialmente concepito come negozio dove acquistare per lo più abbigliamento intimo e clubwear, con l’addizione di qualche sex toys – concept che è andato ad invertirsi nel tempo a causa della forte esigenza del pubblico – si è poi trasformato in un vero punto di riferimento nell’ambito della sessualità.
Di fatto, si può dire che sono passati da vendere il prodotto a promuovere la cultura dell’eros, riuscendo ora ad offrire un servizio innovativo e completo riguardante l’attività e l’educazione sessuale.
Con passione e competenza, Frida si destreggia dall’organizzazione di sex party fino alla completa formazione del personale e la realizzazione di brevi corsi gratuiti riguardanti l’educazione sessuale disponibili ai clienti. Abbiamo deciso di intervistarla perché riteniamo che il lavoro che porta avanti con la community del suo WOVO Store sia di estrema importanza, permettendo a chiunque di imparare a conoscere quella sfera della vita che per troppo tempo è stata vittima di un tabù sociale.
Nel 2021 eri al tuo secondo anno di sessuologia: che tipo di percorso è stato e cos’ha portato nella realtà di WOVO?
Si tratta di un corso di specializzazione, potremmo paragonarlo ad un master. È ad iscrizioni chiuse e in realtà sarebbe accessibile solo ai sanitari, io sono riuscita ad accedere dopo avergli spiegato il mio progetto.
Sono uscita da questo percorso con una preparazione a trecentosessanta gradi che ho potuto condividere con il mio team e che fino ad oggi ho continuato ad approfondire da autodidatta.
Grazie a questo percorso e all’attenzione che poniamo per la formazione del personale – che consiste in un corso di trentadue ore con un esame da sostenere alla fine – l’azienda ed io abbiamo avuto modo di crescere radicalmente e da una piccola bottega siamo arrivati ad essere un punto di riferimento nell’ambito della sessualità in Italia.
Cosa consiglieresti a qualcuno che vuole lanciare il proprio business o più specificamente un’attività nel tuo stesso settore.
Prima di tutto di lanciarsi, senza procrastinare troppo. Non c’è bisognosi di fermarsi a pensare a lungo. Certo non sarà semplice, non lo è mai: all’inizio ero travolta, non riuscivo a gestire il mio livello di ansia ma piano piano, grazie alla disciplina e la passione, l’ho superata. Ora vanto una realtà enormemente concentrata sulla distribuzione corretta del tempo lavorativo. È importante perché un’azienda funzioni bene che i dipendenti siano felici di ciò che fanno e proprio per questo la mia società è sempre attenta a rispettare orari e non arrivare mai all’overtime.
Per fare imprenditoria è importante anche tenersi sempre aggiornati ed avere una formazione continua e completa, io personalmente mi sono fatta affiancare da coach e un mentore che mi segue tutt’ora. Ma dove c’è passione c’è possibilità. In sostanza il mio consiglio si basa su tre parole chiave: passione, disciplina e umiltà, ma soprattutto sull’importanza di avere il coraggio di mettersi in gioco e la capacità di accettare uno sbaglio per poi potersi migliorare.
Lo scopo della tua azienda si può quindi individuare nell’abbattimento dei tabù legati alla sfera erotica ed aiutare le persone a conoscere loro stessi. Quanto credi sia importante la consapevolezza della propria sessualità, del proprio corpo, di come provare piacere, ma soprattutto di avere la possibilità di esprimersi liberamente?
Lo scopo dell’azienda è esattamente questo. La mia realtà è come l’arte: ti da gli strumenti per riflettere e vedere le cose da un punto di vista differente. Avere consapevolezza di se stessi, sopratutto se parliamo di sessualità, è fondamentale per avere una vita appagante. Tra l’altro, poco tempo fa abbiamo fatto un sondaggio su instagram il cui risultato ci ha permesso di verificare che più del 70% delle persone che hanno partecipato ritiene che non avere avuto un’educazione sessuale adeguata abbia creato problemi nella loro vita.
Per questo, attraverso un tono di voce amichevole e poco clinico cerco di trasmettere tutto il mio sapere sulla sessualità a coloro che si affidano a noi, spronandoli a vivere la propria vita in maniera libera e senza lasciarsi influenzare da tabù ormai obsoleti.
Come è stato avviare un attività legata alla vendita e alla consulenza di sex toys in Italia?
Trovo sia stato più semplice di quanto si possa pensare. Mi sono impegnata per aver un prodotto di qualità e la qualità paga, sopratutto a Milano. Inoltre nel momento in cui ho deciso di mettermi in gioco questa città era pronta e aveva bisogno di quello che offro io. Sono partita con l’idea di creare qualcosa di nuovo: noi ci occupiamo di fare sex culture e questo in Italia non esisteva. Offrendo la consulenza e la possibilità di educarsi aiutiamo i nostri clienti e sproniamo l’evoluzione culturale. E in tutto il mio lavoro ho sempre avuto il sostegno della mia famiglia. Sono cresciuta in un ambiente dalle ampie vedute e i miei genitori mi hanno sempre aiutata molto.
Quali sono state le collaborazioni più importanti a cui hai preso parte?
A giugno abbiamo collaborato con il TedX per uno speech e circa tre anni fa abbiamo avuto occasione di collaborare con Gucci per la sfilata di Parigi, ma l’esperienza che più mi ha colpito e tutt’ora mi colpisce è avere il ruolo di relatrice di tesi presso lo IAAD, Istituto d’Arte Applicata e Design con sede a Bologna. È un impegno che trovo molto stimolante, confrontarsi con gli studenti ti permette di crescere insieme a loro. Ho seguito diverse persone in vari ambiti, dal progetto strettamente legato alla sessuologia, al design di sex toys innovativi fino anche alla gestione aziendale.
Quali sono i vostri obiettivi o prossimi progetti?
Tra non molto diventeremo un’associazione culturale e poi vorremo ampliare le guest dei nostri sex party e riuscire a comprendere più artisti emergenti possibili. Ci sono tanti giovani talentosi in linea con quello che facciamo e noi vorremo creare una realtà dove chiunque può essere libero di esprimersi come meglio rispetta se stesso.