Sharasad: il rock che indaga la natura umana
Con il nuovo album ‘Tales from the Rabbit Hole’ la band esplora la vulnerabilità dell’essere umano
“Sharasad è un viaggio notturno in un locale fumoso mentre scorrono diapositive di nottate spese per le strade alla ricerca di reietti con una storia da raccontare: figure di donne, simili a vedove nere, che tessono spesse ragnatele tutto intorno; pesanti auto americane che si scrollano via la sabbia del deserto, sfrecciando verso le ultime ore del giorno. Sharasad è una danza frenetica, convulsa, incontrollabile“.
– Sharasad
È così che si presenta la band modenese composta dal frontman Gabriele Campioli, dal chitarrista nonché seconda voce Lorenzo Balestrazzi, dal suo omonimo Lorenzo Corcione, anche lui alla chitarra, mentre al basso e alla batteria troviamo rispettivamente Edoardo Cavalletti e Filippo Ferrari.
Nata nel 2019, gli Sharasad prendono il nome da Shahrazād de ‘Le mille e una notte’, che come loro si salva la vita proprio raccontando storie.
Influenze rock, stoner, british e indie si mescolano creando un sound inconfondibile ed in costante evoluzione, frutto della reciproca contaminazione di stili e idee tra i membri della band.
Dopo una serie di concerti ed esibizioni live, tra il 2021 e il 2022 gli Sharasad pubblicano cinque singoli: ‘Sylvie’, ‘Dead Man (Held on Hand)’ – che ricorda i primi Arctic Monkeys -, ‘A Love Story’, ‘Fireflies in Dark Rooms’ e ‘One Sip to Bast’.
Tutte le copertine sono state ideate da Mattia Fundarò, un amico della band con uno stile molto in linea con il loro. E sono sempre sue tutte le grafiche che riguardano l’uscita del nuovo album, ‘Tales from the Rabbit Hole’.
Uscito lo scorso 18 ottobre per l’etichetta Overdub Recordings, questo loro album d’esordio è una raccolta di otto storie, intessute di metafore e simbolismi, che raccontano la debolezza dell’animo umano.
Ogni canzone è un sogno con un elemento cardine: la tempesta, il magma, il tuono, il fumo, il ciclone, il vuoto, il veleno, il sangue. La natura assume caratteri surreali e catastrofici in quanto simbolo della vulnerabilità umana:
“Nella creazione di questo album la natura (quella dell’uomo, non la natura come la intendiamo solitamente) ha avuto un ruolo centrale, principalmente per la stesura dei testi che a loro volta si sono ispirati alla musica. I temi delle canzoni sono infatti i diversi elementi, ognuno dei quali pervade il protagonista delle varie storie muovendolo e portandolo ad agire. Non da eroe, ma da essere umano“.
– Sharasad
Nel brano che dà il titolo all’album, ‘Tales from the Rabbit Hole’, la tana del coniglio è una dimensione alternativa in cui l’uomo precipita: una caduta libera, introspettiva e fuori controllo, che regala visioni improvvise di storie antiche, immagini lucide e durature. Mito e sogno si intrecciano unendosi alla realtà:
“Molti dei nostri testi partono da esperienze, forze e debolezze dell’essere umano che abbiamo personalmente vissuto. Per poter tramutare tutto ciò in una delle nostre canzoni utilizziamo spesso miti e personaggi che sono protagonisti dei classici della letteratura e che veicolano alla perfezione questa mortalità e fallibilità che caratterizza l’essere umano. Odisseo non è irreprensibile e Von Vayld, il vampiro più temuto, si rivela essere pentito e bisognoso di amore…“.
– Sharasad
In ‘Odysseus’, il singolo diffuso a inizio settembre, l’eroe è sopraffatto della propria umanità e non riesce a resistere alla tentazione di toccare con mano l’oblio. Mentre il protagonista di ‘Von Vayld, the Mind Drinker’ è dunque il simbolo del sovrumano che diventa umano: una creatura che vive l’eterna insoddisfazione.
A fare da apripista all’album è stato però ‘Obsidian Chase’, brano pubblicato il 5 luglio 2024 da Overdub Recordings e distribuito tramite Ingrooves, ormai integrata nella Virgin Music di proprietà della Universal Music Group, disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica.
Qui il tema è la ricerca spasmodica di un illusione nel tentativo di raggiungere qualcosa che è impossibile da ottenere: come la lava si ossida nella discesa a valle, così affannarsi per toccare il fuoco è inevitabile per chi vede nel di più la propria libertà:
“And as I rest alone, here in the dark
As dreams take hold, and I embark
To other worlds, where I may roam down
And reign upon, my obsidian throne
And I Chase my liberty“.
– Dal branon ‘Obsidian Chase’, Sharasad
Ognuna delle otto tracce trasporta l’ascoltatore in un viaggio fatto di sensazioni contrastanti, come ci raccontano i membri della band:
“Vogliamo che testo e musica si intreccino per permettere a chi ci ascolta di immergersi nella propria mente e viaggiare, per poi svegliarsi poco dopo e ripartire verso una nuova destinazione“.
– Sharasad
‘Indra’ e ‘To Split Moons (Sewn Together)’ parlano delle difficoltà nei rapporti umani: l’equilibrio necessario a camminare insieme lo si raggiunge unendo due vertici, le due estremità più lontane di due spicchi di luna. ‘Decatoria’ è invece una persona che vive nella quiete e nella ripetizione della propria quotidianità, come se osservasse attraverso il fumo lo svolgersi dell’inevitabile.
Infine, ‘Horror Vacui’ si configura come un sogno inquietante che esplora la necessità impellente di colmare il vuoto e combattere la noia. La scena iniziale, una stanza sovraccarica di oggetti e pensieri, sembra suggerire un’ossessione per il riempimento: fare, vedere, ascoltare, in un continuo tentativo di scacciare l’inerzia. Tuttavia, man mano che la stanza si stringe i pensieri indesiderati restano, portando con sé un confronto inevitabile con ciò che ci circonda. In questo processo, il vuoto interiore non è più uno spazio per riflettere ma diventa una distrazione, un confronto costante con l’apparente perfezione del mondo esterno. Proprio come il sole cede alla luce riflessa della luna, così ci si ritrova a lottare contro il verde dell’erba del vicino, sentendosi costantemente inadeguati.
Dall’uscita dell’album, per gli Sharasad inizierà un nuovo capitolo:
“L’idea è portare la nostra musica in giro il più possibile suonando live fuori Modena e fuori regione. Abbiamo voglia di misurarci con un pubblico di totali sconosciuti e dare tutto per suonare ciò che ci siamo impegnati a scrivere e a registrare”.
– Sharasad