Reporting underground
Lo sguardo di Francesca Tubolino nella night life italiana, e non solo
“Una fotografia non è né catturata né presa con forza. Essa si offre, è la foto che ti cattura” diceva Bresson, e la capacità di vedere ciò che si manifesta davanti a noi non si può insegnare, si allena e si sviluppa dentro il cuore di chi scatta. E Francesca Tubolino lo sa bene.
L’autrice di questi scatti è un’autodidatta, fin da quando nel 2014 ha acquistato la sua prima Reflex. Imparare da soli un’arte spesso obbliga ad essere istruiti dall’istinto, ad essere guidati da una necessità.
Ogni forma d’arte è un’espressione e come tale più che far rispettare delle rigide norme deve saper coinvolgere, anche emozionare.
Francesca ha mosso i primi passi accompagnata da un’autrice del panorama musicale che le ha insegnato i rudimenti tecnici, dandole le nozioni base per potersi esprimere attraverso il mezzo che aveva tra le mani.
Eppure la forza delle immagini che ne sortiscono sono condizionate da un’impronta artistica spesso difficile da trovare. Per questo motivo, solo scattando, sbagliando, riprovando e lasciandosi guidare dal suo sguardo innamorato del mondo, Francesca ha trovato ciò che stava cercando: l’essenza umana.
L’umanità da cui è affascinata si caratterizza nei dettagli di uno sguardo, dalla sinergia tra i soggetti immortalati, dal rapporto con l’ambiente che li circonda o da un movimento del corpo che fanno vivere ogni scatto e ricambiano la stessa curiosità che li ha catturati.
Francesca ha scattato le sue fotografie durante festival europei (come DGTL, Sunwaves,Club2Club, Eleva e Sonar per dirne alcuni) catturando la vita underground della notte e le sue perversioni senza filtri; durante i suoi viaggi ha impresso passanti e scorci che colpiscono per la loro naturalezza e per il loro stile più prettamente street.
Quello che troviamo guardando i suoi scatti sono dettagli, sfumature e particolari che attirano il nostro sguardo e che molto spesso lo ricambiano. Sono fotografie piuttosto formali ma che hanno qualcosa che non lo è assolutamente: i soggetti ritratti.
La Tubolino non fa della fotografia il suo lavoro principale, ma vive la sua quotidianità con la speranza di riuscire a immortalare ciò che le si presenta davanti per congelarlo in un infinito istante che possa sopravvivere a se stesso. Non è questo che vorremmo tutti? Riuscire a mostrare il mondo che vediamo e sapere che qualcun altro possa partecipare a questo sguardo?
Catturare l’essenza di un essere umano è un esperimento tanto complesso ma che offre l’opportunità di raccontare le nostre complessità come individui singoli e nella nostra personale socialità. Ma per farlo dobbiamo amare ciò che vediamo e Francesca, grazie alla vita che emerge dai suoi scatti, ci fa sentire la verità che ne traspare e l’amore per le persone che tanto la affascinano.