Pascal Hein: catturare l’essenza delle cose, liberare il potenziale delle immagini
Il direttore della fotografia che cattura la pulsazione cruda e dinamica dell’essere vivi
Un talento incontenibile quello di Pascal Hein, direttore della fotografia austriaco le cui origini provinciali non l’hanno affatto limitato, anzi. Nato nel 1997 a Gmunden, non ha mai lasciato che i confini ristretti dell’entroterra lo limitassero, dedicandosi fin dalla tenera età alla sua più grande passione: la cinematografia.
“Mi è sempre piaciuto giocare con la creatività e le tecniche del cinema, è sempre stata la mia passione. Ho continuato a lavorare e sapete cosa? Per ora mi sto davvero godendo il viaggio!“.
– Pascal Hein
Un interesse precoce, che dimostra come oggi basti avere un sogno e tanta, tanta voglia di fare. Trasferitosi a Vienna a diciannove anni con l’intento di studiare cinema in accademia, ha subito capito che quella non era la sua strada.
“Sono cresciuto da autodidatta, ed essendo già abituato a creare, sentivo la scuola come una limitazione. Quindi ho abbandonato gli studi e ho subito trovato un posto nel dipartimento di fotografia di una delle principali case di produzione viennesi“.
– Pascal Hein
Inizia così una carriera professionale ricca di collaborazioni e progetti degni di considerazione. Ma non bisogna affatto dimenticarsi di tutto l’impegno e la volontà necessari a farsi strada in una realtà altamente competitiva. I tre anni successivi gli hanno mostrato come funziona il mondo del cinema e dei set, permettendogli non solo di acquisire sempre più competenze, ma anche di entrare in contatto con artisti e colleghi ben disposti a collaborare e a buttare idee sul tavolo.
“Ho costruito un rapporto di fiducia con dirigenti e registi, assumendo gradualmente il ruolo di Direttore della Fotografia in produzioni più grandi. Dopo tre anni di lavoro in azienda, ho pensato che per raggiungere i miei obiettivi fosse necessario diventare freelance. Così, nell’estate del 2021, ho fatto il salto“.
– Pascal Hein
E questo è solo l’inizio dell’avventura.
“Credo di essere un perfezionista ambizioso, il che non è la combinazione più sana per cominciare. Il lato positivo è che mi spinge ad andare avanti, ma ogni tanto porta ad accumulare un po’ di falso stress. Ultimamente mi sto orientando più verso la curiosità che verso l’ambizione: questo elimina lo stress e riporta il divertimento“.
– Pascal Hein
Pascal Hein ci dà una grande lezione di vita, ossia quella di non pensare sempre agli obiettivi e ai risultati. La vita è un flusso inarrestabile di sensazioni, e a volte bisogna semplicemente coglierle, godersi il viaggio. Come lui stesso afferma, è la cinematografia che lo ha scelto: lo ha fatto sentire nel posto giusto al momento giusto.
E non è affatto un caso che nei suoi lavori si evinca tutta l’inarrestabile energia che lo anima. Nel suo sguardo si trova il seme dell’essere vivi, desiderosi di riconquistare tutto, di tornare ad essere liberi da quelle regole che limitano l’impulso primordiale della vita. Ed è in tutta la sostanza dei suoi scatti analogici che si nota la differenza con gli altri sguardi.
“L’analogico è certamente una sfida più complessa del digitale, ma il risultato ripaga lo sforzo“.
– Pascal Hein
Analogico è sia lo scatto che il modo di vivere un’avventura professionale che lo porta dal cinema al fashion, dalla strada agli ambienti più esclusivi; quasi come se si trattasse di un giro turistico dove ogni dettaglio è un souvenir da riportare gelosamente a casa. E infatti le sue fonti d’ispirazione sono le più disparate. Dai podcast ai film fino al design, nulla è da escludere.
E certamente ‘All the Wild Hearts Here Below’, un cortometraggio sperimentale che Pascal ha girato nel 2022 con il regista Niklas Hugo, lo dimostra.
“Si tratta di un inno alla vita, che esplora tutta la poesia e l’ardore di essere giovani: inaspettato, immediato, appassionato, a volte confuso, ma sempre e comunque pieno di speranza. Questo vuol dire essere vivi“.
– Pascal Hein
Siamo di fronte a una naturalezza che riparte dal basso, da quegli spazi liminali che aspettano soltanto di accogliere la voce e la sostanza dell’ultima generazione. Così avviene anche nel video musicale di ‘Blau’, una canzone dell’artista viennese Bibiza, dove l’estetica analogica della 16mm si adatta perfettamente a toni di colore ben definiti. Il colore è sgargiante e atmosferico, disegna un ambiente dualistico dove le emozioni possono confliggere per giungere alla propria sintesi morale. E nella campagna pubblicitaria per Karl Kani x Snipes SS23.
Tutte le precedenti idee di Pascal hanno piena libertà di maturare.
Si tratta di una generazione naif, pregna di un potenziale che Hein ci restituisce attraverso angoli nuovi e arditi, che sanno dire quanta voglia ci sia di ridefinire gli spazi attraverso uno sforzo creativo inarrestabile, ma che si riassorbe costantemente nella nostalgia di una purezza perduta. Questa è l’esistenza pura, questa è la visione di Pascal Hein.
Presto lo vedremo coinvolto in altri due progetti: un film di moda ambientato in una casa degli anni ’70 e un semi-documentario su come il basket influisce sulla vita e sulla cultura, ambientato nella vivace scena di New York. Restate sintonizzati.