Maddalèna, la pittrice del suono
Ai piedi delle Alpi prende vita una voce, un viaggio ameno che attraversa musica, immagine e poesia
Se si prende il ritmo del folk americano degli anni ’60 e lo si unisce alle note del grunge degli anni ’90, aggiungendo un tocco pop e contemporaneo tipico dell’ultimo decennio, nasce Maddalèna.
Questa giovane artista, cresciuta ai piedi delle Alpi Italiane, ha concentrato in sé le più belle e incisive melodie degli anni passati rendendole moderne e attuali tramite la sua voce e la sua interpretazione, come l’ultima cover di ‘Working Class Hero’, celebre brano di John Lennon, ascoltabile su tutte le piattaforme di musica streaming.
Il suo percorso musicale inizia tramite il balletto per poi spostarsi verso la musica e il songwriting, e all’età di quindici anni scrive la sua prima canzone.
La passione e l’attitudine innata verso la scrittura la portano a studiare poesia e a leggere diversi autori, tra cui Louise Gluck e Thomas Eliot, suoi fari nella notte. Questo approfondimento letterario si riconosce nei suoi testi, ricercati e introspettivi, nei quali non manca l’influenza di giganti della musica quali Bob Dylan, Leonard Cohen e Lana Del Rey.
Non solo i componimenti di Maddalèna sono ricercati a livello lessicale ma sono arricchiti dal suo timbro vocale e dai suoi arrangiamenti. L’interpretazione della musicista è così profonda che riesce a rendere universale la narrazione di una storia: ognuno si può infatti ritrovare nelle parole che Maddalèna ci sta sussurando.
Maddalèna trova ispirazione nella costante ricerca della bellezza, e la trae da luoghi, quadri e viaggi. Oltre alla sua carriera musicale, è Interior Stylist e Decoration Designer a Milano. Il connubio di questi interessi artistici le permette di attingere da entrambe le forme d’arte, musica e design, per creare visioni e prodotti unici dove le due si mescolano influenzandosi a vicenda.
Infatti, per Maddalèna una canzone non è finita fino a quando non è chiaro anche l’aspetto visual che l’accompagna, che deve abbracciare pienamente l’anima del testo e della melodia.
Maddalèna si definisce una “pittrice del suono”: i suoi brani sono come quadri, ognuno ha i propri colori così come i ritratti o i paesaggi lacustri che ritrae.
Musica, arte e poesia si fondono cogliendo la bellezza della realtà che la circonda, dando vita a un viaggio introspettivo e personale. Ed è proprio dai viaggi che le sue canzoni prendono vita. Maddalèna scrive la sua musica nutrendola di ricordi, persone, profumi e addii. Fondamentali sono la natura e l’amoenitas, ovvero la costante ricerca di luoghi ameni che le permette di far sopravvivere il suo essere. La stessa ricerca di esperienza vissuta vale per l’amore: scrive d’amore solo se è innamorata o se una storia è finita.
Attenta al mondo e agli avvenimenti della contemporaneità, per Maddalèna è importante trasmettere il carattere sociale. Attraverso le sue canzoni non vuole solo raccontare storie, ma vuole anche sensibilizzare, elaborare e immortalare la realtà che ci circonda. Per questo intento fondamentale si spiegano le influenze musicali che sin da bambina l’accompagnano, dal folk al punk-grunge, generi accomunati dall’essere spesso una “forma di protesta”. Anche grazie a questi generi è cresciuto il suo interesse per la lingua inglese, che definisce sinuosa come le onde del mare; già a dodici anni traduceva con i dizionari i testi delle più grandi canzoni di Phil Collins e Celine Dion, artisti amati da suo padre.
Dopo l’uscita di ‘Water On Sand’, ballata acustica minimale, e ‘Modern Times’, canzone in cui indie, folk e pop si mescolano per dar voce a tematiche sociali, l’estate 2023 ha visto sbocciare rigogliosamente Maddalèna con l’uscita del suo ultimo singolo, ‘Desert Wolves’, in cui è possibile ritrovare appieno la visione e la ricerca di bellezza di quei luoghi ameni così tanto cari alla cantautrice.
Grazie alle sue narrazioni veniamo accolti e rassicurati, Maddalèna racconta che per tutti c’è una strada, un destino, e come le parole di ‘Desert Wolves’ recitano: “A dry flower in the wind, drove me blind enough to see, what I was searching was in me”.