Lorella Piperis: trovare se stessi attraverso i colori

La giovanissima consulente di immagine ci spiega cosa è l’armocromia per trovare fiducia in se stessi e cambiare la percezione del proprio modo di vedersi

Lorella Piperis nasce negli anni ’90 in quel di una piccola cittadina vicino a Bari, e ad oggi si occupa di consulenza d’immagine e armocromia.

Cresce in una famiglia umilissima: il padre è operaio e la madre sarta. Da lei – che realizzava e cuciva vestiti meravigliosi per la figlia e per le sue bambole – eredita la passione per la moda: Lorella ha sempre accarezzato il sogno di poter fare parte di quel mondo e seguire la strada indicatale, infatti dice di essere stata “cresciuta a pane e cotone”.

A quattordici anni si iscrive al liceo e durante l’estate si dà da fare lavorando in un negozio di abbigliamento, in parte per iniziare a guadagnare qualcosa ma soprattutto per mettere da parte i risparmi necessari per frequentare la prestigiosa università di moda Marangoni di Milano. Eppure il costo dei corsi accademici e della vita nel capoluogo lombardo sono alquanto proibitivi e Lorella è costretta a cercare nuove prospettive.

Lorella Piperis.

Trova il suo equilibrio e serenità in una boutique di lusso dove impara a conoscere tutti gli aspetti di questa attività, dagli acquisti come buyer alle partecipazione di fiere e fashion week fino ai rapporti con i rappresentanti. Contemporaneamente inizia a occuparsi dei servizi fotografici e a gestire i social della boutique, sviluppando così una visione a trecentosessanta gradi.

Col tempo comprende di essere cresciuta e migliorata nelle competenze e nel lavoro, tanto da accorgersi di aver affinato una qualità speciale: quella di consulente delle clienti. Da qui è nata la sua curiosità e la conseguente ricerca sulla figura dell’image consultant, appunto il consulente d’immagine.

È nel 2018 che scopre il profilo di Rossella Migliaccio – pioniera dell’armocromia in Italia e sicuramente il nome più noto di quest’arte nel nostro paese – e da qui l’illuminazione: la risposta sta proprio nei colori.

L’etimologia della parola armocromia deriva dall’unione dei due termini armonia e colore, dal greco ‘armo’ e ‘cromo’. Facile capire cosa tratta questa moderna scienza creativa.

L’analisi dei colori fu proposta per la prima volta negli anni ’70 dalla cosmetologa Bernice Kentner secondo la teoria che ogni persona ha caratteristiche che la riconducono a una determinata stagione cromatica e, in base ad essa, dovrebbe scegliere i colori con cui truccarsi, vestirsi o in generale da abbinare. La tesi parte infatti dallo studio dei pigmenti della pelle per arrivare a definire un sistema personalizzato di creazione dei colori. 

Un rossetto di un particolare colore potrebbe rendere su una persona piuttosto che su un’altra mentre un completo di velluto verde petrolio potrebbe certo non donare a chiunque. Ma se il consulente di immagine riesce a valorizzare una persona attraverso l’uso dei colori, di cosa tiene conto l’armocromia? 

Innanzitutto della divisione della temperatura dei colori (caldo o freddo, chiaro o scuro): per intenderci, i colori caldi sono quelli a base gialla, i colori freddi sono a base blu mentre con l’aggiunta del bianco o del nero si ottiene la luminosità oppure la profondità. 

Sono poi state create quattro categorie cromatiche corrispondenti alle stagioni, proprio come in natura. Esiste infatti un fil rouge che unisce la tonalità delle stagioni con i colori delle persone: per i mesi invernali i colori sono freddi e scuri ma diventano già più brillanti e luminosi per chi viene associato all’estate; in primavera i toni diventano più caldi, accendendosi, ed infine le tinte autunnali sono calde e scure. Come tipico esempio dei colori estivi potrebbe esservi utile il mare d’estate che varia dal blu, al celeste, fino ai lilla del glicine in fiore e dei campi di lavanda o il rosso dell’anguria. In inverno abbiamo il bianco ghiaccio della neve, il marrone scuro degli alberi spogli, il nero del carbone, il blu scuro della notte, il rosso rubino delle bacche di biancospino o il grigio del cielo. I colori autunnali sono l’arancione della zucca, il mogano delle caldarroste, il rosso intenso del vino, il giallo-rosso delle foglie che cadono e infine per la primavera potremmo indicare il verde mela o il verde smeraldo, il corallo, l’oro chiaro, il turchese del cielo o il giallo tipico dei narcisi che sbocciano ad aprile.

Se accostiamo al viso indumenti di diversi colori, noteremo subito come cambia la nostra percezione della pelle accanto ad ogni differente tonalità.

Con la nascita del cinema a colori, alcune costumiste e altre personalità del settore verificarono che alcune tonalità di vestiti valorizzano l’incarnato, gli occhi e i capelli degli attori. Nel 1980 è Carole Jackson a pubblicare ‘Color Me Beautiful’, che per la prima volta introduceva il concetto di “armocromia”.

Questa pratica è ormai diventata un trend, tanto che il consulente d’immagine è diventato un mestiere a tutti gli effetti, e nel 2020 Lorella conclude il suo percorso di formazione nel campo con un corso professionale. Lascia così il vecchio lavoro in boutique per abbracciare questo nuovo percorso, ricco di colori, e si sente rinascere.

Oggi Lorella ha trovato e segue la sua vera passione: non lavora nella moda ma “per la moda”. Tramite il suo lavoro aiuta privati e brand emergenti, avvicinando e conoscendo nuove realtà che mette poi in contatto coi suoi followers. In gergo, crea e connette una rete.

Il suo percorso è in piena crescita e attualmente sta sviluppando tante idee, compreso un nuovo format assieme ad alcuni collaboratori. L’obiettivo non è solo vendere un prodotto ma creare un’esperienza di vendita portando le persone a comprendere che non è sbagliato il nostro corpo o il nostro volto, semmai il modo in cui ci rapportiamo con i colori, con il trucco e con la moda.

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Jacopo Nardi nasce a Modena nel Dicembre del '91. Da sempre appassionato di letteratura - è un divoratore seriale di libri fin dall'infanzia - si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso l'università di Bologna per poi conseguire un master in scrittura presso la Scuola Dumas.

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