L’intervista a Martina Troni: la modella internazionale e dall’animo rock si racconta
Abbiamo conosciuto Martina Troni, modella di rilievo internazionale che ci ha raccontato la sua storia tra New York, Londra e Milano – per dirne alcune -, sfilate per le più importanti maison, copertine ed editoriali per Harper’s Bazaar e Vogue, ma anche delle sue numerose passioni: tutte paradossalmente, al di fuori della moda.
Abbiamo fatto una chiacchierata con la modella e da poco attrice Martina Troni. Nata a Fidenza in provincia di Parma, la carriera di Martina Troni inizia un po’ per gioco all’età di diciannove anni quando un amico la porta all’agenzia milanese Women Management, in cui viene immediatamente scoutata. Infatti, l’idea che inizialmente Martina si era fatta riguardo al suo futuro – come potrete scoprire nell’intervista – era piuttosto differente: ragazza dedita allo studio e a una vita accademica, si laurea in niente di meno che matematica finanziaria. In effetti, Martina è tutt’altro che lo stereotipo della modella che molti possono erroneamente aspettarsi.
Caratterizzata da un atteggiamento un po’ punk/rock e noncurante dei trend, si è sempre sentita diametralmente opposta alle sue colleghe che mitizzano la medesima professione e lo stesso mondo della moda fino a rinunciare a qualsiasi cosa pur di per fare questo lavoro. E, con tanta umiltà, ci dice che non è neanche sicura che poi il suo approccio sia stato quello giusto. Certamente noi i risultati li vediamo e non abbiamo alcun dubbio sulla sua grinta e il suo talento.
Ha iniziato a fare la modella full-time (per Next Management) solo dopo essersi laureata e non appena si è resa conto di quanto si potesse guadagnare: tra tra i suoi clienti possiamo citare importanti nomi quali Valentino, Etro, Cavalli, Moschino – e la lista potrebbe andare avanti alcune righe – ma anche testate come Harper’s Bazaar e Vogue per cui è stata rispettivamente ritratta in copertina da Miloš Nadaždin nella versione Bride Serbia e in una mezza dozzina di editoriali per i vari allegati della versione italiana come L’Uomo Vogue. Dulcis in fundo, ha posato per il libro di Dolce & Gabbana scattato da Domenico Dolce e sfilato per maison altrettanto affermate come Vivienne Westwood.
Ma come vi abbiamo anticipato, la moda non è tutto nella vita di Martina.
Protagonista nel 2019 del video musicale di ‘Big Fish’, singolo di Tucida con Fabri Fibra che ricorda come una bellissima esperienza e soprattutto diversa rispetto ai classici servizi fotografici – o anche video – privi di una particolare interpretazione a cui era abituata, nello stesso anno riceve una proposta su Instagram da una casting director per partecipare come co-protagonista con Nicola Nocella al film ‘Fulci for Fake’ di Simone Scafidi.
In questa pellicola indipendente presentata nella sezione Documentari al 76esimo festival di Venezia e distribuita a livello globale, vediamo una Martina – o più di una in effetti – alle prime armi con la recitazione interpretare tutte le amanti del famoso regista Lucio Fulci.
Nel 2020, sempre tramite Instagram, è stata contattata per una piccola parte nel film di Francesco Bruni ‘Cosa sarà’ con Kim Rossi Stewart.
Post pandemia ha preso parte alla docufiction Rai ‘Romanzo Radicale’ sulla vita di Marco Pannella, che verrà anche presentato in anteprima al festival del cinema di Torino. Martina apre il film nei panni della prima fidanzata di Pannella ai tempi dell’università, andandolo a trovare in ospedale dopo un tentato suicidio.
Si tratta di un approccio puramente casuale – quello di Martina col mondo del cinema – che è capitato per caso e che ha saputo cogliere all’istante. È un ambiente che le piace e, dopotutto, ci sta anche diversificare dopo aver lavorato a lungo nella moda. Che dire se non carpe diem, dopo aver ascoltato la sua storia.
Che rapporto hai con il fashion system?
Sinceramente? Me ne frego. Mi spiego meglio: mi piace la moda, stimo e rispetto il processo creativo che ne sta alla base ma non sono mai stata una fashion victim. Tendenzialmente tutto ciò che è trendy non è molto affine al mio gusto estetico.
Questo settore mi ha portato tanto lavoro ma io ho avuto la fortuna di non doverlo cercare e in realtà non ho neanche mai capito le altre ragazze o ragazzi – e ne ho conosciut* – dispost* a fare qualsiasi cosa pur di lavorare come modell*. Ma forse sono sbagliata io, non posso certo dire che il mio approccio alla moda sia per forza quello giusto.
In che città hai vissuto? Al giorno d’oggi credi sia fondamentale vivere in una delle capitali della moda per chi vuole spiccare il volo nel settore del modeling?
A Parigi, New York, Los Angeles, Londra, anche Istanbul per un breve periodo e infine, Milano.
Sicuramente si, il dove è fondamentale in ogni campo: una delle chiavi per avere successo in un determinato ambiente è sicuramente quella di farne costantemente parte.
Quando avevi vent’anni e abitavi a New York facevi già la modella e come secondo lavoro l’assistente in una galleria d’arte. Sei appassionata di arte? Che differenze trovi tra il mondo della moda e quello dell’arte?
Assolutamente si, l’arte è una delle mie passioni. Sono anche appassionata di fotografia, ho tantissime macchine fotografiche e mi diletto ogni volta che posso anche se non ho mai avuto una vera formazione per via del mancato tempo.
Personalmente credo fortemente nella contaminazione, sovrapposizione e collaborazione tra moda e arte. La moda per me è arte. Differenze? Penso che quella più sostanziale sia che, mentre la moda aspira a essere legittimata come arte, nessun’arte aspira ad essere considerata una moda perché ciò la ricondurrebbe dall’essere un valore eterno a ciò che invece è destinato a declinare. Inoltre mentre l’arte è longeva, la durevolezza è stata – per svariato tempo – estranea al campo della moda da un punto di vista concettuale. Oggi con il resale, il noleggio e il repair, le cose stanno cambiando…
Qualche momento che ricordi con particolare felicità e soddisfazione?
Quando vivevo a Londra. È stato uno dei momenti più felici della mia vita, Londra è una città fantastica.
In particolare ricordo la sfilata di Vivienne Westwood Autunno-Inverno 2015. Epica.
Hai scattato centinaia di editoriali con fotografi e colleghi provenienti da ogni parte del mondo. Ci sono stati degli incontri che hanno portato una svolta alla tua carriera?
Ho fatto tantissimi incontri importanti e ho stretto tantissimi bei rapporti ma credo che la vera svolta della mia carriera sia nata da me e dalla mia volontà di rimanere sempre sempre me stessa.
Essere coerenti a sé stessi è molto importante, è per questo che le persone poi ti rispettano.
Sei anche laureata in matematica finanziaria. Che lavoro pensi che staresti facendo, adesso?
Da bambina volevo fare la reporter di guerra… credo che starei facendo quello. Pensa che figata!
La professione del modello e in generale il mondo della moda, sono tra i settori più ambiti dai giovani di oggi. Ma non tutti sanno i sacrifici che si devono compiere, tu che sacrifici hai fatto?
Tantissimi. Ho imparato cos’è la solitudine e il duro lavoro. Ma anche la capacità di adattamento e la dinamicità. L’industria della moda è molto frenetica: in questo tipo di ambiente si lavora duramente e occorre avere molta disciplina. Si è continuamente in viaggio e si ha a che fare con un gran numero di persone di estrazione sociale e culturale diversa.
Il mondo sta andando incontro a grandi cambiamenti e con esso anche la moda. Quali cambiamenti vorresti vedere nel futuro e come intendi contribuire?
Mi auguro sempre di più che la moda possa offrire un ventaglio di soluzioni e strategie per stare al passo con i tempi e implementare un modello di business circolare che sia sostenibile da un punto di vista non solo economico, ma anche ambientale e sociale.
Io nel mio piccolo, provo a fare la mia parte.
– Martina Troni