La nostra intervista alla stylist Sara Lecci
Moda, passione e talento, 100% Made in Italy
“Tutto è possibile, se lo si vuole veramente”
– Sara Lecci
È in queste parole che Sara Lecci racchiude la sua voglia di fare, la sua determinazione e il suo amore incondizionato per la moda e per la fotografia.
Ed è con queste parole che Sara si racconta a noi di Not Yet.
Sara è oggi una giovanissima Art director, Stylist, Content Creator e inoltre Founder di anyone.com, una piattaforma e-commerce interamente dedicata a brand Made in Italy e a giovani designer emergenti.
Si laurea in Styling e Editing di Moda all’Istituto Europeo di Design di Roma ed è proprio durante il secondo anno di studi che, grazie a due suoi docenti, inizia a lavorare come Social Content Creator e Fashion Editor Assistant per il magazine Mia Le Journal. Nel 2016 ne diventa poi Graphic Editor e Junior Fashion Editor, ruoli che ricoprirà fino al settembre 2020.
Ma non è finita qui: nel 2017 diventa coordinatrice del corso di specializzazione in Personal Stylist e nel 2019 inizia a ricoprire il ruolo di docente di Editing e Photoshop al triennio di Styling, sempre presso lo IED di Roma.
Nel frattempo, tra il 2015 e il 2019, Sara lavora come Stylist Assistant all’interno del gruppo Wella SoGlam! occupandosi principalmente della parte editoriale dei book. Infine, nel 2019 coordina la sezione Trendscouting per Wella Professional Italia, a New York.
La grande passione per la fotografia, la moda e la creatività portano Sara ad arricchire il suo curriculum con numerosissime esperienze degne di nota. Tra le sue collaborazioni come Stylist e Art Director – per citarne alcuni – troviamo Elle Mexico, Grazia Mexico, Mia Le Journal, Spaghetti Magazine e come Producer, il suo portfolio vanta editoriali con Bianca Balti, Lou Doillon e Isabelle Huppert. In veste di Stylist e Fashion Assistant collabora infine con numerosissimi brand quali Malo, Greta Boldini, San Andres Milano, Stelio Malori, Zingone, Carpisa, Miriade, Save my Bag, Andrea925, Barbara Biffoli, Campo Marzio, Caudalie e tanti altri. Adesso, non ci resta che lasciarvi alle sue parole.
Sappiamo che ti sei laureata allo IED, cosa hai fatto appena ottenuta la laurea? Paura del mondo del lavoro?
Ho frequentato il corso triennale in Fashion Styling and Editor allo IED di Roma e durante il mio secondo anno ho iniziato a lavorare con due miei docenti prima come Social Content Creator per il loro magazine (Mia Le Journal) e successivamente come assistente personale della Editor. Mi sono laureata nel 2015 con il massimo dei voti e ricordo che mentre le mie colleghe erano a festeggiare, io ero in riunione con le docenti e la direttrice dello IED per l’organizzazione della sfilata finale dell’anno accademico.
Paura del mondo di lavoro? Mai. Anzi, ero super eccitata, non vedevo l’ora di iniziare veramente a vivere. Sapevo che l’università era solo un mezzo per arrivare poi al divertimento più bello: il lavoro. Passata l’estate ho continuato a lavorare per Mia Le Journal come assistente stylist, Graphic Editor e Producer. Il lavoro aumentava di giorno in giorno, non solo con il magazine ma anche con i clienti che richiedevano campagne pubblicitarie, lookbook, sfilate e shooting. Ho iniziato a viaggiare, e conoscere la gente del settore. Il mio primo lavoro postlaurea (e uno dei miei preferiti) è stato con Bianca Balti. Siamo partiti da Roma per Marbella, e scattato la Cover del White Issue di Mia Le Journal. Un’esperienza bellissima che porterò sempre nel cuore.
Insegnare a ragazzi così giovani, quasi coetanei, come ti fa sentire?
Questa domanda è molto simpatica: ho iniziato ad insegnare nel corso di specializzazione di Styling allo IED dopo un anno dalla mia laurea mentre non avevo ancora 23 anni quando ho iniziato a insegnare al triennio. A volte insegnavo a persone più grandi di me, alcune studentesse avevano anche 40 anni. Inizialmente ero spaventata all’idea perché pensavo di non essere all’altezza o di infastidire le persone più grandi, data la mia giovane età. Pensavo “O mi stimano per essere così giovane o mi snobbano perché credono non sia capace ad insegnare e trasmettere la materia”. Con gli anni che passavano ovviamente questa paura è venuta meno ed ero sempre più orgogliosa di insegnare perché gli studenti mi prendevano – e mi prendono – come esempio. Ho un rapporto bellissimo con i miei studenti, si fidano di me, mi stimano, scherziamo, mi rispettano sempre ed io sono ben contenta di consigliare cosa è meglio per loro. Essendoci passata, so come prenderli e farli divertire allo stesso tempo.
Come gestisci il lavoro da freelancer? La tua filosofia, prima il lavoro, o prima me stessa? Sai dire di no?
Il lavoro da freelancer è impegnativo ma allo stesso tempo molto bello. Prima del COVID-19 lavoravo h24. Dedicavo gran parte della giornata a lavorare, soprattutto perché lavoravo sotto altre persone. Da quando invece sono solo io a gestire totalmente il mio lavoro mi organizzo in modo tale da aver anche del tempo libero per me stessa e sono fermamente convinta che un creativo abbia bisogno del giusto tempo per rigenerarsi. Basta solo sapersi organizzare al meglio.
So dire di no? Adesso lo posso dire: si, ma per tanti anni ho fatto fatica. Accettavo lavori che sapevo non mi avrebbero mai portato a nulla o facevo tanti favori. Oggi, purtroppo o per fortuna, so quanto valgo e accetto lavori solo se mi stimolano veramente.
Ci piace molto il tuo approccio con i social, mondo oggi assai difficile in cui emergere. Come ti sei approcciata al mestiere di influencer e, soprattutto, perché?
Non mi è mai piaciuto definirmi “influencer”. Io sono una Stylist, un Art Director e una Content Creator. Il mio profilo instagram è il mio moodboard, il mio biglietto da visita, il mio diario personale. Pubblico qualsiasi cosa, dal lavoro, allo shopping alla vita privata. Mi piace avere una community che interagisce con me, che chiede consigli, che si fida di me. Il mondo social ha sempre avuto una natura “fake” che poco era in linea con i miei valori: volti ritoccati, vita perfetta ma mai nessuno che pubblichi le sue “giornate no” o i momenti in cui si è più vulnerabili. Cerco in tutti i modi di farmi conoscere e vedere per quella che sono e se posso aiutare o dare consigli a qualcuno sono sempre ben disposta e contenta di farlo.
Sara, se potessi dire qualcosa ai giovani d’oggi che stanno per entrare nel mondo del lavoro, che consigli daresti?
Di non perdere mai la speranza. Di sognare in grande e non demordere. Di puntare sempre in alto e non accontentarsi mai. Di non smettere mai di imparare, di migliorare o di mettersi in discussione. Di sbagliare, di non aver paura, e di credere in sé stessi. Di fare sacrifici, di non perdere l’entusiasmo e l’umiltà. Di essere gentili e testardi. Tutto è possibile se lo si vuole veramente!