Joanna Bacas tra erotismo e sensualità: i gioielli che parlano alle nuove generazioni
Ecco come questa jewelry designer trasforma la sua arte in un rivoluzionario manifesto progressista
Classe 1994, Joanna Bacas nasce ad Atene da mamma greca, di professione pittrice, e papà tedesco, antropologo. Immersa in un mix di arti e culture differenti, fin da piccola Joanna ha ben chiara una cosa: non riesce ad immaginare, per sé, un futuro diverso da quello dell’artista.
Musica, letteratura, architettura, pittura e design si mescolano nella sua vita e la portano nel 2012 a trasferirsi a Berlino – dove tutt’ora vive – per frequentare il corso di Belle Arti e Scultura alla School of Fine Art Berlin Weissensee. È proprio in questi anni che Joanna si appassiona al concetto di corpo umano, concepito sia come soggetto, ma anche come veicolo e mezzo dell’arte stessa. Sviluppa anche una spiccata propensione verso il make-up e, dopo qualche anno, inizia a lavorare presso il National Theatre of Greece prima come stagista e poi come Make-up Designer and Key Artist per diverse produzioni teatrali.
L’incontro con il fotografo tedesco Marius Sperlich nel 2017 si rivela folgorante: Joanna porta avanti la passione per la pittura di volti e corpi e introduce nella sua arte un nuovo capitolo creativo, ovvero le mini installazioni sui corpi umani. Le sue produzioni appaiono sulle pagine delle maggiori riviste di moda come Vogue, Glamour, Schön! magazine, Cosmopolitan e sulla cover di Playboy dedicata al sessantacinquesimo anniversario.
Joanna si fa portavoce di un’arte al femminile che si batte contro la società patriarcale e lo fa sperimentando ed esplorando un nuovo linguaggio artistico, composto da mezzi sempre nuovi: il make-up, la produzione di ceramiche, installazioni e sculture e, dal 2020, anche di gioielli.
Il corpo diventa un vero e proprio palcoscenico su cui esibire storie di empowerment femminile ed è con la sua prima collezione di gioielli “Objects of a Matriarchal Utopia” che Joanna concretizza la celebrazione del corpo femminile e della sua sessualità. La sensualità e l’erotismo si elevano a tutti gli effetti a vera e propria forma d’arte.
Le origini tornano a galla e ne ispirano i suoi bijoux, che prendono spunto dall’antica mitologia greca ma anche dalle fiabe germaniche. I gioielli realizzati da Joanna parlano alle generazioni future e si fanno portabandiera di una società in cui i valori patriarcali vengono del tutto abbandonati in vista di una parità dei sessi e di una liberazione della figura femminile.
La celebrazione del corpo e del proprio erotismo diventano il focus delle opere di questa artista che, con grande coraggio, abbandona lo stigma e la vergogna di cui la storia è impregnata, e innalza la femminilità a pregio e virtù. Tutto ciò che veniva considerato tabù e scandaloso ora viene finalmente sdoganato e normalizzato.
Abbandonate le imposizioni retrograde e la pudica misoginia, la società che sogna Joanna si batte per la celebrazione del corpo e della propria naturale sensualità. Non c’è nulla di cui vergognarsi nel mostrare il proprio corpo nudo, trasformandolo in uno spazio di libera espressione. Il corpo umano, per Joanna Bacas, non è più l’oggetto ma piuttosto il palcoscenico sul quale inscenare visioni progressiste e finalmente libere da qualsiasi antico tabù.