Intervista a Mille, una cantautrice con le “Tette sulle spalle”
Elisa Pucci, in arte Mille, ci parla del suo percorso musicale, di illustrazioni femministe e del suo rapporto col lavoro
“Amo scrivere canzoni ma quello che mi entusiasma all’ennesima potenza è lo studio dell’immaginario estetico e visivo che le accompagna”
– Mille
Mille – pseudonimo di Elisa Pucci – nasce a Velletri nella provincia di Roma nell’85 e, come molte bambine, ha iniziato a nutrire un amore così forte per la musica da trasformarlo presto nel sogno della vita. Sembra essere l’inizio della storia di tanti ma a contraddistinguere Mille dagli altri è la scrittura: “scrivo canzoni da quando sono piccola, già a otto anni sognavo di portare un mio pezzo allo Zecchino d’Oro”.
Crescendo Mille si è evoluta in una donna d’altri tempi, dal gusto vintage e che si lascia ispirare da tutto ciò che la travolge. A tal proposito ci spiega che considera la musica come un grande contenitore di materie che la appassionano: “come me, si nutre di arte, storia e moda”.
La sua carriera artistica inizia proprio allo Zecchino d’Oro, nonostante ebbe l’opportunità di esibirsi con un testo scritto dal celebre Memo Remigi insieme al compositore Taddei, per poi proseguire sul palcoscenico della nona edizione di X Factor come frontwoman della band Moseek. Il gruppo musicale nato nel 2010 ad Aprilia (Lazio) e formato da una giovane Elisa Pucci, Fabio Brignone al basso e Davide Malvi alla batteria, sotto la guida di Fedez riesce a raggiungere la semifinale del talent show presentando così il loro singolo inedito ‘Elliot’, che verrà poi remixato anche dal DJ Benny Benassi.
Alla fine di X Factor nel 2015 il gruppo parte per il primo tour – a cui ne seguirono altri due negli anni successivi – e da allora non si è mai fermato. Dopo aver partecipato a una serie di concerti e numerosi festival, anche internazionali siccome la maggior parte dei loro testi è in inglese, Elisa si è decisa ad avviare un progetto in parallelo dove invece adotta la sua lingua madre, che abbiamo deciso di approfondire in questa conversazione: Mille.
A proposito dell’esperienza a Xfactor e dei Moseek, cos’è che ti ha portata a creare un progetto personale?
Finito il tour con i Moseek del 2018 ho avuto tanto tempo utile per lavorare a nuova musica in studio senza pormi limiti o confini sonori. Ho iniziato a scrivere le prime fasi al pianoforte e da lì le canzoni hanno tracciato un percorso naturale: stavano diventando un fiume in piena e io non ho mai fatto nulla per placare quel flusso.
Fu poi nel 2020 che decisi di debuttare autonomamente sotto il nome d’arte di Mille con il brano ‘Animali’, cui seguirono poi ‘La Vita Le Cose’, ‘Quella di sempre’, ‘Cucina Tipica Napoletana’, ‘I Pazzi’ e infine ‘Denti’, le cui copertine facevano parte di una mia serie illustrata intitolata ‘Tette sulle Spalle’.
Ho pubblicato anche altre canzoni come ‘La Radio’, ‘Sì, signorina’ (trasmessa anche nella versione spagnola ‘Sì, señorita’) e la più recente ‘Monsieur Malheur’ che parla di una ragazza che vuole vivere appieno la vita. Per quasi ogni mio brano ho realizzato un videoclip però quelli della serie ‘Tette sulle spalle’, se intrecciati tra loro, formano un lungometraggio a puntate. Amo scrivere canzoni ma quello che mi entusiasma all’ennesima potenza è lo studio dell’immaginario estetico e visivo che le accompagna.
Parliamo appunto delle “Tette sulle spalle”. Qual’è il messaggio che vuoi trasmettere?
Questo simbolo – che inserisco in tutte le mie illustrazioni e quindi nelle copertine dei rispettivi brani della serie – sottolinea il concetto di femminilità portata con fierezza ma anche con la consapevolezza del peso che ne deriva. È un invito a ragionare su come, in fondo, tutto quello che ci serve realmente lo abbiamo già addosso con noi, soprattutto in un periodo storico come questo in cui siamo stati chiamati a rivalutare le nostre priorità e a riflettere sul valore delle piccole cose.
Con ‘La Radio’, brano che farà parte della tracklist del primo disco a cui stai attualmente lavorando, hai vinto il Musicultura 2021 e il Premio della Critica Cesanelli. Puoi svelarci qualcosa su questo album che parte già con ottimi presupposti?
Posso solo anticipare che il disco avrà tanta nostalgia dentro, che tutte le melodie sono nate di getto e che i testi sono molto ironici, a tratti irriverenti. Questo album è proprio il mio autoritratto!
In un settore così denso, competitivo e alla costante ricerca di novità come l’industria musicale, c’è mai stato un momento in cui hai messo in dubbio ciò che stavi facendo? Come sei riuscita a superare quella difficoltà?
Soltanto in un momento della mia vita ho pensato di smettere… era un periodo complesso, mi affacciavo su un panorama fatto di scelte sbagliate tanto quanto le persone di cui mi circondavo. In quel periodo non mi riconoscevo e non mi appartenevo, non mi parlavo con sincerità e non mi prendevo per mano. Solo quando ho iniziato ad allontanare tutte queste negazioni ho iniziato a vivere bene, sia sul palcoscenico che al di fuori di esso.
Come nei grandi amori e come in tutti i lavori, è la passione a farti andare avanti anche davanti alle catastrofi che ti si presentano.
– Mille