Intervista a Ella Jazz
L’artista che con i suoi collage urla contro gli
abusi, il razzismo e le ingiustizie
Abbiamo intervistato Ella Jazz, originaria di Madrid, è una artista del collage e attrice spagnola che, come se non bastasse, si sta introducendo anche nel mondo radiofonico.
Il suo approccio nei confronti dell’arte inizia quando era bambina, quando con sua mamma ritagliava le riviste, raccoglieva le foglie dal parco e ne creava delle composizioni. Curiosa e creativa nell’animo, all’età di cinque anni crea quello che noi oggi chiameremmo il suo primo podcast, intervistando i suoi familiari e amici registrandoli su un nastro, mentre ai dieci il primo casting per un film.
Cosa vuoi comunicare attraverso i tuoi collage?
Intreccio il mondo visivo al quale siamo abituati con immagini semplici per descrivere molto precisamente le bizzarre, rare e spiacevoli situazioni che ho visto o vissuto.
Mi sforzo di mantenere un mio stile, chiaro e coerente, per far sì che chi non conosce la mia storia si senta capace di transitare in essa, di percorrerla. Fare arte è il mio modo per urlare contro gli abusi, il razzismo e le ingiustizie; ma a volte, anche per celebrare qualcosa!
Quello che desidero è riuscire a trasmettere in via diretta le mie esperienze al pubblico.
Chi ti ha ispirato di più e quali sono le tue fonti di ispirazione?
Il mio artista preferito è Boris Vian, che è sicuramente di grande ispirazione. Nel tempo però ho scoperto che le vere illuminazioni derivano dal tenere sempre gli occhi aperti su ciò che mi circonda: il bello, il brutto ma anche ciò che può essere noioso o al contrario, di grande impatto… quando sono in connessione con ciò che accade, mi sento capace di prenderlo e trasformarlo in arte.
Qualche volta il tuo cervello e la tua anima ti parlano e dicono <<No! Adesso non è il momento adatto>> e non ti senti sempre stimolato. Ecco perché approfitto sempre di questi momenti di connessione!
Qual’è stata la tua formazione professionale?
Onestamente penso che sia stata la vita. La mia scuola d’arte sono stati i viaggi, le persone di cui mi sono circondata e la passione che metto – e ho sempre messo – per sviluppare ulteriormente le mie capacità.
C’è stato un’evento particolare nella tua carriera che credi che sia stato più importante di altri?
Si! La prima volta in cui ho lavorato nel cinema.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare particolarmente?
Mia madre. È stata lei a introdurmi in questo mondo. È la persona più forte che conosca e so che cerca di fare del suo meglio ogni giorno. Vorrei ringraziare la mia amica Paty, lei è sempre dalla mia parte sia nel bene che nel male. Ringrazio anche Ernest, il mio compagno che mi dimostra di amarmi ogni giorno. Anche lui è artista. Infine vorrei ringraziare anche me stessa per non aver mai mollato, né con la vita né con l’arte.
Ti sei mai sentita come se stessi fallendo? Se si, cosa hai fatto per superare quei momenti?
Tante tante volte. Cerco di superarli cercando di capire le situazioni ed imparare da esse: queste cose accadono e devono essere percepite non come intralci bensì come lezioni dalle quali possiamo uscirne migliori.
Ci sono dei gradini, impari dalle cose brutte e inizi la “scalata” della propria vita.
Ogni volta vinci l’accesso al prossimo livello, è come un video game.
– Ella Jazz
Come ti sei mantenuta inizialmente e quale è la tua prima fonte di guadagno adesso?
La vita imita l’arte e l’arte imita la vita. Sono connesse. L’arte non è mai lineare e così neanche la vita.
Sono stata addetto stampa, cameriera, modella e presentatrice. Ho anche lavorato per Giorgio Armani come Visual Merchandiser. Ci sono periodi dove posso mantenermi economicamente in quanto artista e altre volte in cui ho dovuto fare dei lavori come dico io “normali” da cui, però, ho imparato sia possibile trarne dell’arte (se si mantiene la curiosità attiva e vivace).
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho un nuovo direttore della recitazione e sento che insieme siamo una grande squadra, quindi mi auguro e sono convinta che nuovi progetti di recitazione siano in arrivo!
Quest’inverno uscirà anche il primo numero del mio magazine e ne sono davvero felice, è un progetto a cui lavoro da anni. È entusiasmante perché si tratta di un progetto a lungo termine con molti numeri pieni di confessioni, scarabocchi, collage e interviste. Mi fa sentire come se stessi finalmente fluttuando perché – anche se sono sempre stata molto jazz, funky e direi anche un po’ punk – non ho trovato il momento in passato per pubblicarlo e finalmente questo è arrivato.
Inoltre, sto preparando la mia prossima mostra d’arte.
Come hai trovato la tua strada per raggiungere il tuo successo?
Penso veramente che non ci siano scorciatoie per raggiungere la popolarità, me lo hanno insegnato la mia vita e l’arte. Dietro ad ogni trionfo risiede il lavoro duro, dedizione e sacrificio.
Che consiglio dai ai giovani artisti che desiderano seguire il tuo percorso?
Penso semplicemente che non debbano seguire le mie orme: questo è il mio suggerimento.
La creatività prende forma quando si attraversa la propria vita. Ci sono momenti in cui ammiriamo così tanto qualcuno che ci disconnettiamo da noi stessi e il nostro cervello cerca di fare ciò che ha fatto questa gente. Ma non può funzionare perché ognuno di noi è unico, sia come anima che come artista.
In realtà è da tempo che sto lavorando su me stessa per credere nel mio percorso e nella mia vita. Se mi sveglio la mattina pensando ad altri artisti è per ispirarmi a me stesso e poter, come diceva Frank Sinatra “fare a modo mio”.