Giorgia Grassi tra arte e natura psicologica
Quando la pittura diventa una terapia per esprimere la propria interiorità
Si può dire che le opere d’arte nascano dal bisogno ancestrale dell’essere umano di condividere le proprie sensazioni interiori con il mondo esterno che lo circonda, e quindi inevitabilmente traggono ispirazione da quello che l’artista ha vissuto, conosce e vuole comunicare. Nel caso di Giorgia Grassi derivano dalle sue esperienze di vita mescolate a passioni intense per la letteratura, la mitologia e altri media audio-visivi.
L’artista romana, oggi venticinquenne, ha iniziato a dipingere per ritrarre le forti emozioni dovute ad attacchi di panico, ansia e paralisi nel sonno: il suo rapporto con la pittura è indissolubilmente legato alla sua interiorità, avendo trovato in essa un’ancora di salvezza per non degenerare in un ciclo di autodistruzione che stava affogando lei e chi le stava vicino. Durante la sua infanzia colorava dei fogli di carta utilizzati per coprire gli spifferi delle finestre rotte da lei nei suoi attacchi d’ira, come a creare un cerotto da applicare sulla ferita che si era causata da sé.
Nel corso degli anni ha raffinato sempre di più la sua tecnica pittorica per far sì che rappresentasse al meglio le emozioni e le intenzioni che provava dentro di lei quand’era ispirata e dipingendo è riuscita a dare forma e colore alla sua confusione interna.
Con la serie autobiografica ‘Ferite Emotive’ non vuole però limitarsi a creare solo un percorso visivo del suo vissuto interiore ma anche sensibilizzare lo spettatore ai problemi psicologici derivati da un trauma, portandolo a una riflessione sulla salute mentale in senso più ampio ed universale.
Sempre inserendosi in questo discorso al momento sta lavorando ad una serie chiamata ‘Asphyksía’, termine greco antico che rappresenta il tema centrale delle opere che la compongono, cioè l’asfissia che si prova prima o dopo un attacco d’ansia o anche quando ci si sente soverchiati da emozioni che sembrano insormontabili ma che invece non lo sono. La sensazione, chiaramente, è una tristezza malinconica dove si pensa di non poter più sapere o poter respirare, come ad esempio quando una relazione veramente importante sta finendo e ti senti inerme, solo e pronto ad esser schiacciato dal peso di queste emozioni che tolgono il fiato.
Giorgia Grassi incentra principalmente il suo lavoro sulla rappresentazione della natura psicologica attraverso le immagini, passando per varie materie come l’acrilico, l’olio, la plastica sciolta, il poliuretano espanso e accompagnandole talvolta con qualche parola scritta di getto che vuole raccontare i suoi pensieri riguardo ciò che ha creato o, più esplicitamente, vissuto.