Forces of Nature
1945, è questa la data che segna una svolta per la storia della Terra e che si configura come l’inizio di una nuova epoca denominata Antropocene, in cui l’impatto dell’uomo sul pianeta è diventato determinante e il sistema naturale ha subito modifiche irreversibili.
È proprio nella seconda metà del secolo scorso che le problematiche ambientali e il dibattito ecologico prendono piede, intuiti per lo più da geni creativi che hanno colto da un lato la minaccia dell’industrializzazione sul mondo naturale e dall’altro la risposta catastrofica di un ambiente sconvolto.
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Da quel momento assistiamo a una progressiva presa di coscienza che ha portato negli ultimi anni alla nascita ufficiale di nuovi ambiti di studio, i quali indagano in una prospettiva tutta nuova il rapporto tra l’uomo, la Natura e i suoi elementi.
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Oggi la Natura non viene più contemplata da osservatori esterni e narratori distaccati, ma suscita degli interrogativi preoccupanti che tangono direttamente l’individuo e l’ambiente in cui vive.
L’antropocentrismo sta lasciando spazio a una vera rivoluzione ecologica, una battaglia, portata avanti dalle nuove generazioni, che noi di Not Yet vogliamo raccontare in questa ottava edizione.
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La sfida dei giovani artisti è quella di conciliare e veicolare gli ossimori del presente, ristabilendo un equilibrio tra artificiale e naturale, e di essere interpreti capaci di trasformare la nostra percezione del mondo e il nostro atteggiamento nei confronti dell’ambiente.
Per la cover story di questo numero abbiamo scelto come protagonista e portavoce del tema “Natura” Silvia Moroni (ParlaSostenibile), green influencer, autrice ed esperta di ecologia, che ha condiviso insieme a noi la sua visione del presente in un’ottica ecologica. Nel suo libro ‘Parla sostenibile. Poche (tante) parole per diffondere il verbo green’ Silvia crea un prontuario per capire la contemporaneità e trovare spunti per acquisire consapevolezza dell’impatto che le nostre azioni hanno sul pianeta. Il suo obiettivo è quello di rendere il pubblico che la segue più consapevole e rispettoso dell’ambiente attraverso consigli pratici trasmessi in modo ironico e comprensibile.
Dopo decenni in cui è stata messa in atto un’antropizzazione della Natura, ossia una trasformazione e manipolazione della stessa che la rendesse conforme ai bisogni e alle volontà della società, oggi la scienza ci invita a fare un passo indietro e a cambiare prospettiva: dobbiamo convivere con la Natura, non adattarla a noi ma adattarci ad essa.
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Come esseri viventi, siamo parte di qualcosa di più grande dell’umanità, siamo elementi di un ecosistema, e in quanto tali è essenziale comprendere che rispetto per la Natura significa prosperità. Le catastrofi climatiche a cui stiamo assistendo sono un monito e una risposta, frutto dello sfruttamento improprio delle risorse che l’uomo ha operato e dell’inquinamento sregolato da noi prodotto.
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La Natura ci richiama a guardare in faccia le ripercussioni dovute ad anni di inconsapevolezza ambientale e abusi e ad adottare misure di contenimento dei danni causati.
Per contribuire a un cambiamento positivo è però fondamentale parlarne: le opere e le creazioni degli artisti raccontati in questo numero diventano così strumenti di attivismo, portatrici di messaggi che sfidano lo spettatore a riflettere e agire, o talvolta a rallentare e contemplare i ritmi naturali.
Questo issue nasce infatti dalla convinzione che l’arte non possa più esistere in isolamento, e che la relazione tra l’uomo e il pianeta sia uno dei temi più urgenti del nostro tempo. Gli artisti emergenti sono, in questo senso, pionieri di un nuovo approccio in cui la creatività diventa strumento di cambiamento, di riconciliazione con la natura, di immaginazione di nuovi scenari per il futuro. Un futuro fatto di connessioni.
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