Eugenio Sournia, il poeta che racconta il dolore trasformando le parole in musica
La delicata incisività di una penna capace di distinguersi nel panorama musicale italiano
‘EUGENIO SOURNIA’ è il primo traguardo del progetto solista dell’omonimo cantante livornese classe ‘91. Eugenio Sournia ha però alle spalle un passato da leader dei Siberia, band indie-rock con la quale ha pubblicato tre dischi per Maciste Dischi e Sugar Music tra il 2016 e il 2019.
Il suo EP pubblicato lo scorso 17 novembre, è stato prodotto per la Carosello Records da Emma Nolde, musicista e amica di lunga data dell’artista, di cui Eugenio racconta:
“Conosco Emma da quando aveva circa sedici anni e stupiva tutti con la sua presenza sul palco e l’evidenza che la musica per lei fosse realmente una vocazione senza scampo. Ho scelto di far produrre questo EP a lei perché, quando siamo insieme siamo come bambini, ritrovo l’innocenza che ho perso e un’idea di musica e di suono che arricchisce e completa le mie canzoni, basate principalmente sulle parole.“
– Eugenio Sournia
Una nuova idea di musica la sua, che gli ha fruttato il Premio Ciampi 2023 per i brani che compongono l’EP e una vittoria nella sezione “cover” con ‘L’ultima volta che la vidi’ che gli ha permesso di condividere il palcoscenico con artisti del calibro dei Marlene Kuntz, gruppo alternative rock italiano formatosi nel 1989.
Ma una cosa risalta più di tutte in questo nuovo progetto del cantautore: la sua meravigliosa dote di scrittore.
Soffice e delicata, la penna di Sournia è capace di arrivare dritta al cuore e toccare temi rilevanti, una caratteristica rara, se si pensa all’odierno panorama musicale italiano in cui domina un certo disimpegno e certi argomenti vengono spesso tralasciati. Una scrittura, quella di Eugenio, che è stata influenzata in particolare dalle due più intense esperienze della sua vita: quella religiosa, essendo lui un fervente credente nonché abituale frequentatore della Messa cattolica in latino, e quella psichiatrica, avendo iniziato un percorso farmacologico già da molti anni.
“L’infanzia è una ferita/che non smette di far male/per rincorrere quello che c’è/di puro dentro me”, recitano i versi della sua ‘Scrivere’.“
– Eugenio Sournia
Una scrittura evocativa, poetica e profonda la sua, che richiama i grandi classici della tradizione italiana, e che si ritrova nei sei brani che compongono questo album essenziale ma denso, il nuovo traguardo del suo percorso artistico-musicale. Un percorso nato dall’esigenza di raccontare il rapporto con il dolore, che necessita, secondo Eugenio, di recuperare una sua centralità nella musica e nell’arte.
Relazione tra arte, morte e vita. È proprio questo uno dei temi che ritorna spesso nella scrittura dell’artista. Ed è questo anche il tema fondamentale della poetica di Jhon Keats, una delle principali fonti d’ispirazione del cantautore. Insieme alla poesia di Giuseppe Ungaretti e di Eugenio Montale, con il quale condivide anche il nome.
Capire il rapporto di Sournia con la poesia è fondamentale per comprendere meglio la sua arte. Fin da piccolo Eugenio ha avuto l’esigenza di raccontarsi e di raccontare “il mondo” attraverso la scrittura: prima con le poesie e poi con le canzoni. E fu proprio la vittoria di alcuni premi di poesia giovanili che diede ad Eugenio il coraggio per cominciare a proporre i suoi testi anche in ottica musicale.
“La parte che curo di più è certamente il testo, avendo cominciato a scrivere poesie già in età infantile e adolescenziale.“
– Eugenio Sournia
E sembra che il nostro cantautore, la poesia, quella pura, non abbia proprio intenzione di lasciarla andare e infatti al suo concerto livornese al The Cage ha reso disponibili 50 copie della sua prima raccolta di poesie, ‘IL DOLORE È UNA PORTA’, per accompagnare fisicamente quelle sei tracce del suo primo EP.
“Questo EP è in realtà stato ben più di quelle sei tracce. Sono stati tre anni di battaglia, di combattimento interiore ma per certi versi collettivo, di un mondo che vediamo andare sempre più verso un sommovimento; questi versi provano a esserne una testimonianza“
– Eugenio Sournia
Quello di Eugenio è un progetto o, meglio, un esperimento, in cui musica e parola hanno la stessa importanza, ed entrambe si prefiggono lo stesso obiettivo: arrivare al cuore delle persone e toccare certe corde sensibili dell’anima.
Ascoltatori e lettori che differenza fa? L’importante è “andare oltre” e delle volte per farlo nel migliore dei modi dobbiamo provare a metterci nei panni di un bambino. E come canta Sournia ne ‘Il dolore è una porta’, non c’è strategia migliore, per andare oltre, che guardare il mondo con gli occhi dell’infanzia:
“Il dolore è una scheggia/in un giorno d’infanzia/resta sotto la pelle/ogni tanto mi punge“
– Eugenio Sournia