Erica Fava: una fotografa alla moda
“Il mondo contiene più fotografie che mattoni e sono, sorprendentemente, tutte diverse”.
– John Szarkowski
Ed è proprio questo il segreto di quest’arte tanto diffusa e utilizzata: è la personale visione del singolo che si staglia dal caos spesso inintelligibile del mondo. Alcune volte è un occhio libero allenato a cogliere l’attimo della quotidianità o il significato di piccoli istanti, altre volte è invece un mezzo pubblicitario che deve saper catturare lo sguardo veicolando un messaggio chiaro, un inequivocabile invito all’acquisto. Conciliare le due cose, cioè essere spendibili pur mantenendo immutata la propria capacità espressiva, è un talento riservato a pochi.
Erica Fava nasce a Roma nel 1984 da madre danese e padre calabrese. Il suo interesse per la fotografia si manifesta durante gli anni di studi in Comunicazione Digitale dove, con al collo la sua prima macchina fotografica, inizia a scattare ritratti ai compagni di classe pur di non seguire le noiose lezioni accademiche. Erica si laurea ma le è chiaro fin da subito che la sua creatività sarà veicolata dal nuovo medium che ha velocemente piegato al suo gusto estetico e alla sua poetica, e solo successivamente si specializzerà in fotografia di moda.
Il suo stile poco convenzionale “sporca” il mondo patinato del fashion system, rendendola subito riconoscibile e alternativa, artista libera ed efficace. Erica si occupa principalmente di moda e ritratto, realizzando campagne pubblicitarie per l’Italia e per l’estero arrivando a collaborare, nei diciotto anni successivi, con maison come Dolce&Gabbana e Armani. Realizza scatti sorprendenti per Vanity Fair, Mondadori e molti altri magazine, preferendo sempre gli editoriali che le permettono maggiore libertà espressiva. Il suo stile giovane e sofisticato, fortemente influenzato dal mondo della moda, riesce tuttavia a mantenere una grande spontaneità caratterizzata da immagini saturate e di forte impatto visivo.
Ottiene poi una cattedra come docente di fotografia di moda all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma, dove ci racconta il suo tentativo di non affezionarsi troppo agli studenti e la sua delusione quando questi non si impegnano come lei vorrebbe.
Ai suoi alunni consiglia di scattare, scattare e ancora scattare.
“Sono gli anni in cui si possono commettere errori senza essere giudicati” ci racconta, “ed è da quella sperimentazione che verrà condizionata tutta la produzione artistica futura dello studente”.
– Erica Fava
È proprio grazie a quell’esperienza in giovane età che questa autrice ha sviluppato un’istinto naturale che le permette di capire quando ha “lo scatto” e dedicarsi alla prossima fotografia. Totalmente coinvolta nel suo lavoro di insegnante e di fotografa, alla domanda “qual è stato il servizio fotografico che ti ha dato maggiori soddisfazioni?” risponde fermamente “il prossimo!”.