L’arte dello skateboarding, la sua community e i suoi valori 

Per la cover story di questo issue Not Yet, dedicato all’arte urban e agli scenari underground, abbiamo scelto di raccontare una storia che ha come protagonisti gli skaters, giovani che attraverso il loro sport ci hanno permesso di inquadrare in un editoriale – realizzato in partnership con One of One Studio e AcquaInBrick – i valori a cui gli editors e founders Max & Pit Brtl aderiscono e fanno riferimento in questo numero: aggregazione, creatività, rischio e libertà sono i simboli di questa cultura che unisce sport, arte e senso di comunità su uno sfondo underground. 

La canzone presente nel video è ‘Dead Man – Held on Hand’ della band Sharasad

Fin dalla sua nascita negli anni ’50, lo skateboarding ha rappresentato un’attività simbolo della cultura underground e gli skaters sono diventati figure che racchiudono in un’unica persona un atleta e un artista. Infatti, nelle piazze, nei parcheggi e negli skate parks si respirano il rispetto e il supporto tipici di una comunità di artisti, uno scambio vicendevole di consigli ed emozioni, dove l’obiettivo comune è quello di imparare questa arte che permette alle persone che la praticano di sentirsi sé stessi.

Gli skaters Arianna BattistaGiorgia VisaniFabrizio Martinena e Micheal Benaglia, visti attraverso gli scatti del fotografo Filippo Florindo e le riprese di Gibsta Gibril Naifar unite all’editing di Erra Sarti, producono un’atmosfera familiare e amichevole dove la necessità di supportarsi a vicenda è quello che conta. Seppur diversi tra loro, i protagonisti dello shooting sono accomunati dal cambiamento che lo skateboarding ha portato nella loro vita: c’è chi ha esorcizzato un periodo difficile grazie allo sport, chi ha ritrovato una calma perduta, chi ha imparato l’arte della pazienza e chi quella della perseveranza. Insomma, un lavoro su sé stessi. 

Fabrizio Martinena
Arianna Battista
Michael Benaglia
Giorgia Visani

Ma è vero che l’arte porta spesso a riflettere su chi siamo e cosa vogliamo, forse perché per essere creativi e scoprire quello che abbiamo da dire è necessario scavare dentro di noi. Dallo studio dei tricks alla personalizzazione degli outfit – qui curati dalla stylist Linda La Cayenne – e della propria tavola, lo skater si configura come un creativo, un artista a tutti gli effetti che scolpisce la sua opera d’arte nell’aria attraverso salti, cadute, rialzate e acrobazie. 

Uno skater vive di energia e adrenalina che inizialmente erano un senso di paura poi imparato a gestire. Rischio e libertà fanno da padroni mentre ci si allena sulla tavola, intrecciandosi con l’architettura urbana e la vita quotidiana per studiare ed evolvere le proprie “mosse”. La necessità è quella di evadere, di liberarsi per un attimo il corpo e la mente e vivere le emozioni della propria passione, dove il confronto c’è ma è costruttivo: non serve a stabilire chi sia il migliore dello skate park ma a perfezionare un’acrobazia o ad impararne una nuova. 

Da questo sport underground che si è visto porre aree off-limits ed è stato spesso etichettato come pericoloso per i territori urbani e gli abitanti delle città, percepiamo in realtà una serie di insegnamenti che vanno oltre l’attività in sé. 

La costruzione di una community, i viaggi, il lavoro sulla propria identità e lo sviluppo della creatività sono necessità intrinseche nell’animo dei giovani che scelgono di usare lo skate per esprimere chi sono e costruire il proprio stile di vita e il proprio mondo. Un mondo dove coesistono personalità tanto diverse quanto accomunate da una passione così forte da legarle tutti insieme, in un modo o nell’altro. 


Credits

Editors: Max Brtl & Pit Brtl

Photographer: Filippo Florindo

Video: Gibril Naifar Gibsta

Editing and color: Erra Sarti

Soundtrack: Sharasad (‘Dead Man – Held on Hand’)

Styling: Linda La Cayenne

Skaters: Arianna Battista, Giorgia Visani, Fabrizio Martinena, Michael Benaglia

In partnership with: One Of One Studio & AcquaInBrick