Art

Andrea Crespi: la linea ipnotica tra passato e futuro

Le opere dell’artista lombardo giocano sull’illusione ottica in una contaminazione tra tradizione iconica e innovazione digitale

Andrea Crespi, nato nel 1992 a Varese, è un giovane artista, figlio di una generazione che ha vissuto un cambiamento cruciale: il passaggio dal mondo analogico a quello digitale. 

Da una parte le immagini che necessitano di un soggetto da imprimere su una pietra-tela-pellicola, dall’altra quelle che vivono autonomamente, che possono essere create ad hoc, su un pc.

Sta proprio qui il nucleo della sua ricerca artistica, in cui la storia dell’arte, la genealogia iconica del mondo, rivive e al contempo si ridefinisce in nuove forme. 

In un presente in cui le immagini sono sempre più fisiche, immersive, corporee e in cui i corpi hanno sempre più immagini a cui tentare di corrispondere, la sua opera guarda in modo attuale alla trasformazione del nostro modo di rappresentare e di osservare.

Andrea Crespi, foto di Leonardo Sassi.

Crespi, si destreggia fin da piccolo con smartphone, pc e fotocamere, si laurea in design del prodotto industriale all’Istituto Europeo di Design a Milano e poi, mentre lavora come art director in Svizzera, inizia il suo percorso artistico realizzando le sue opere come autodidatta e condividendole sui suoi canali social.

Nelle sue opere, la natura impalpabile dell’immagine digitale convive con la fisicità dei corpi rappresentati: ne risulta un doppio, un’ambiguità che rapisce chi guarda nel baratro di un’illusione ottica che gioca facendo interagire lontananza e tridimensionalità, sparizione e presenza, visivo e tattile. La materialità dei suoi corpi si forma grazie all’essenzialità della linea, la tensione al realistico si esprime attraverso la sua semplificazione estetica. Uno sguardo creativo solidamente ancorato a una concezione munariana del design, in cui l’arte è in aperto dialogo con la comunicazione, in cui il gesto creativo deve innanzitutto attrarre e guadagnare l’attenzione di chi guarda. 

Questa riflessione sulla rappresentazione esplode definitivamente nel 2020, durante la pandemia, in un segmento storico fatto di virate esistenziali, scelte importanti e prese di coscienza collettive: Andrea Crespi lascia il lavoro e si dedica a tempo pieno all’arte. Apre il suo studio in provincia di Varese e inizia ad intraprendere collaborazioni con Bvlgari, Adidas, BMW, Redbull e con altre grandi aziende. 

Nel 2021 abbraccia definitivamente il mondo delle NFT, certificando il suo interesse per un’arte espansa, nuova, sempre più restia a rispettare i bordi tra una disciplina e l’altra.

In una parola, un’arte contemporanea, ma anche postmoderna, capace di lavorare sull’immaginario e sulle icone del passato, di astrarle e reinterpretarle in flusso, segno, onde di linee. 

Arriva a esporre le sue immagini in tutto il mondo (dalla Triennale di Milano a il CAFA Art Museum di Pechino, fino a Times Square a New York e all’ Art Space di Dubai), continuando a studiare percezione e la natura illusoria dello sguardo, con immagini che sembrano fluire, sempre più insistentemente, fuori dal qui e ora del quadro, scivolando verso il passato, scorrendo veloci verso il futuro. 

‘Life Matters’ di Andrea Crespi, Miami.
Opera di Andrea Crespi esposta all’Art Space di Dubai.

About Author /

Matteo Bonfiglioli nasce a Modena a metà anni novanta. Allo scoccare del millennio impara a scrivere e si innamora del cinema e del teatro. È proiezionista, recensore, monologhista e fruitore seriale di ogni tipo di narrazione. Laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna in Cinema, Fotografia e Televisione e diplomato all’Università IULM di Milano in Drammaturgia e Arti del Racconto, scrive su diverse riviste di Cinema e Cultura. Continua a studiare e amare la finzione che parla della realtà.

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