‘Lisa’s Diary’

In questo editoriale scattato da Antonio Giancaspro, giovane fotografo pugliese con sede a Milano, e realizzato in collaborazione con Giorgia Andreazza, fashion designer che abbiamo avuto il piacere di raccontarvi nel nostro 4° issue, ci siamo concentrati sul valore effimero dei loghi e abbiamo riflettuto sul disordine scaturito dal rapporto tra ostentazione e identità. 

Attraverso una serie di immagini e alcune pagine di diario scritte sul telefono di Lisa, la protagonista, abbiamo sondato il disagio di una personalità portata alla follia dalla sua ossessione per lo sfarzo, l’immagine e lo status.

24 maggio 2024, ore 14.56 

Io sono una megalomane, non mi interessano le cose semplici: la semplicità, semplicemente, non mi appartiene. Io sono la grandezza, la mia ossessione sono io e soltanto io. Navigo nel lusso e voglio che tutti lo vedano, amo il denaro, il potere e devo ammetterlo, voglio essere invidiata. Se risulto antipatica non mi interessa, non posso farci niente: questa sono io.

Vivo immersa nei loghi, credo che dovrebbero disegnare delle scarpe che lascino l’impronta di una griffe mentre cammino, sarebbe la mia scia, le tracce per seguirmi fino all’impero sfarzoso che è la mia casa. Guardatemi nella mia doccia a forma di Chanel n°5, mentre mi vesto nel mio guardaroba Louis Vuitton, o mentre scrivo questa pagina di diario sulle note dell’iPhone, buttata sul mio letto specchiato. 

Ora vado, sono stata invitata ad un vernissage, evento per gente sofisticata, come me. Scegliere un look questa volta è quasi una competizione, anzi lo è e basta, ed è anche una sfida: inserire tutte le mie griffe preferite in un outfit. Allego foto più tardi. 

24 maggio 2024, ore 17.48  

Sono in panico: non trovo le décolleté che volevo mettere. Ne ho cercato un altro paio dello stesso rosso, ma sono noiosissime pumps laccate senza nessun logo. Qual è il senso di indossare un paio di scarpe costose se nessuno vede il marchio? Cos’è il mio stile senza una cascata di loghi in evidenza? Cosa resta di me se mi tolgono le mie firme? Rimango io, ma chi sono io?

Forse indosso ogni giorno le voci di qualcun’altro soffocando la mia, la schiaccio con il peso della mia cabina armadio firmata. Ho sempre pensato che vestirmi fosse un modo per mostrare la mia personalità, ma ora sento un vuoto dentro di me ed è come se non mi conoscessi.

Vorrei tirarla fuori, la mia voce, ma la sensazione è quella di non averla più, di non averla coltivata, l’ho lasciata marcire mentre sceglievo di inseguire la banalità del lusso. Come mi sono ridotta? Un cartellone pubblicitario ambulante, ecco cosa. La gente viene pagata per mostrare i brand sui social, io invece spendo soldi e non so nemmeno perchè li indosso, o almeno lo sapevo, ma ora non più. Stupido vernissage! 

Potevo rimanere nell’illusione che questa roba fosse la rappresentazione di quello che ho dentro, invece è arrivata la rivelazione: pensavo di essere la grandezza e invece sono una briciola in confronto alla mia dipendenza dal lusso. Mi credevo appassionata di moda, invece sono un’accanita esibizionista di loghi. Non mi interessa nemmeno cosa mi stia mettendo addosso, l’importante è che quel capo ostenti clamorosamente il brand da cui l’ho comprato. 

Vorrei bruciare tutto! Bruciare tutto per rimanere nuda, per affondare nel silenzio del mio disagio e provare a riascoltare quella voce che ho strozzato legandomi al collo un foulard monogrammato. 


Editorial: Not Yet Magazine
Editors: Max Brtl & Pit Brtl
Art Director & Stylist: Giorgia Andreazza
Photographer: Antonio Giancaspro
Make Up & Hair: Swami Giglio
Talent: Lisa Stein
Fashion: Calzedonia, La Perla, Bergie by Giorgia Andreazza, GUESS, Dolls Kill, Lorenzo Seghezzi, Marni, Giorgio Armani, GUCCI & Louis Vuitton

Nata a Modena nel 2001, dall’età di sei anni studia danza classica e contemporanea, delle quali tutt'ora è appassionata. Studiando la storia della danza inizia a conoscere le relazioni tra danza e moda, coinvolgendosi al punto di iscriversi al corso di Comunicazione e Nuovi Media della Moda presso l’università IUAV di Venezia.

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