JW Francis: nostalgia di Oklahoma
Il musicista viaggia, apre il cuore ed esplora, assorbendo tutto ciò che incontra, rielaborando la gioia della vita e processando la sua stessa interiorità.
Comporre musica nel ventunesimo secolo può essere difficile: tutto sembra già stato fatto, ogni melodia già pensata, ogni spartito riempito. Eppure è proprio di quel “tutto” che JW Francis, giovane cantautore statunitense, è follemente innamorato.
Ogni canzone e cultura incontrata durante i suoi costanti pellegrinaggi lo hanno portato ad affinare una sensibilità artistica poliedrica ed aperta a qualunque tipo di confronto col nuovo. È lui stesso a raccontare come questa passione per la musica sia nata dalla più tenera età grazie all’incoraggiamento della famiglia:
“I miei genitori erano grandi appassionati di musica, ma da ascoltatori. Anche io mi considero prima di tutto un ascoltatore, poi un creativo. Mi piace produrre il tipo di musica che vorrei ascoltare”.
– JW Francis
Ma nel caso di Francis, le fonti d’ispirazione non sono solo le sonorità alle quali è sempre stato esposto: partito dall’Oklahoma, sua terra d’origine, nel corso dei suoi ventotto anni si è ritrovato a girovagare in lungo e in largo per il globo intero, trascorrendo lunghi periodi in Europa, a Parigi e successivamente a New York:
“La mia musica è il riflesso del mio ambiente, motivo per cui sento il bisogno di reinventarmi costantemente a seconda del luogo in cui mi trovo. Mi sposto così spesso perché è l’unico modo in cui un musicista può vivere”.
– JW Francis
A proposito di modo di vivere, Francis è riuscito a fare tesoro anche delle esperienze lavorative precedenti alla attuale carriera musicale, ponendo particolare enfasi su come queste lo abbiano allenato:
“Prima di diventare un musicista a tempo pieno ho fatto molti lavori, ma il più importante fu decisamente fare da assistente a Joseph Stiglitz, un economista. Il lavoro in sé non aveva nulla a che fare con la musica, ma tutto a che vedere con l’organizzazione, insegnandomi quindi ad essere sempre organizzato e a gestire i miei affari con efficacia“.
– JW Francis
Tuttavia, il processo creativo di Francis non è da ricondursi solo all’assorbire stimoli culturali e all’organizzare in modo efficace il proprio tempo: parte fondamentale è anche il confronto con il suo produttore Sahil Ansari e la volontà di espandere i suoi orizzonti creativi verso nuovi media espressivi:
“Dopo essermi affermato come musicista, mi piacerebbe organizzare eventi live più immersivi, simili al teatro. Mi piacerebbe girare film e fare lunghi pellegrinaggi di anni e anni”.
– JW Francis
Ma tornando alla musica: con alle spalle album come ‘Wanderkid’ (2021) e ‘We Share a Similar Joy’ (2020), dalle sonorità mellow, imbibite di riverberi e distorsioni, non stupisce sapere che per Francis la musica sia una questione anche di interiorità: rielaborare il passato, i propri ricordi e le proprie esperienze è importante almeno tanto quanto continuare a farsi stupire dal mondo circostante.
“Direi che la mia musica è un riflesso sia del mio mondo interiore che del mondo che mi circonda. Certe volte mi sento molto appagato e positivo, mentre altre vorrei solo poter scappare. Quindi compongo canzoni come ‘I Love You’, ma anche come ‘John, Take Me with You’. Le sento entrambe oneste, mie”.
– JW Francis
Il 9 novembre 2022 è uscito ‘Dream House’, singolo che dà il titolo al prossimo album di JW Francis: lui stesso la definisce: “la miglior canzone che io abbia mai scritto”.
‘Dream House’, uscito il 27 gennaio 2023, vuole essere un album teso fra due sensazioni, solitudine e speranza. Se questo nuovo progetto di Francis rispecchia quanto prodotto fino ad ora, ci si deve aspettare una serie di canzoni segnate in modo indelebile da una parola: nostalgia. Ovvero l’incontro fra la devastante sensazione di essere lontani dal proprio mondo e la serena speranza che, prima o poi, le cose miglioreranno. La musica di Francis sembra un gocciolio, ritmato e liquido, una videocassetta tagliata e rimontata con i filmati più intimi e reconditi del proprio passato proiettati in rapida successione: sono lì davanti a noi su uno schermo catodico pieno d’interferenze, a portata di mano, eppure irraggiungibili, irripetibili. Francis riassume l’idea di base dietro il nuovo album spiegando:
“L’album nasce da un mio progetto annuale per il giorno di San Valentino: scrivo canzoni a tema per tutti i fan che me le chiedono e ogni anno ricevo un centinaio di richieste. Ho deciso di prendere queste melodie e trarne un album che parlasse del sentire la mancanza di qualcuno ma anche dell’immaginare di trovarsi in situazioni migliori”.
– JW Francis
È proprio questa dualità, il bianco e il nero delle emozioni umane, a meglio rappresentare la personalità artistica di JW Francis, un crogiolo di suggestioni culturali e sensoriali che esplode in musica secondo un ordine preciso, ben ponderato ma mai limitante. Per concludere, il musicista regala a chiunque voglia inseguire i propri sogni un consiglio che funge anche da perfetto riassunto della sua poetica:
“Bisogna essere follemente ottimisti e pacatamente pessimisti contemporaneamente. Fallo se ami farlo e fallo solo per te stesso, per nessun altro”.
– JW Francis