HÅN: melodie sospese tra onirismo ed escapismo
Eterea, libera, mistica. Giulia Fontana, in arte Hån, incanta con il suo nuovo album ‘Projections on a human screen’.
Nata a Desenzano del Garda, Giulia Fontana, classe ’96, affascinata dalle atmosfere nordiche, che tanto riflettono la sua estetica sognante e nostalgica, decide di utilizzare un termine svedese, Hån – letteralmente “presa in giro” –, per dar vita al suo progetto musicale.
Hån è un contenitore di espressioni musicali e visive attraverso il quale la giovane artista riesce a evadere da una realtà che le sta stretta e se la sua musica è nata come una via di fuga, Giulia è stata poi in grado di raggiungere grandi soddisfazioni professionali e di solcare acque molto più ampie di quelle del Garda.
Dopo aver studiato Mediazione Linguistica all’Università di Trento, decide di trasferirsi a Londra, dove studia Music Management. Grazie a questa esperienza, Giulia acquista una nuova prospettiva sul mondo musicale e sulle sue dinamiche. Fedele a se stessa, alla sua estetica e determinata a creare una sua identità, Hån ha sviluppato un suono che unisce synths e chitarre, suoni freddi e sognanti, che ben si integrano alla sua voce.
Come una sirena che ammalia grazie alle sue melodie, Hån conquista il pubblico: pubblica infatti due EP, ‘The Children’e ‘Gradients’, e oltre ad aprire il concerto dei ‘Cigarettes After Sex’ si esibisce al Primavera Sound Festival a Barcellona.
Giulia riesce a inserirsi in maniera distintiva nel genere del dream pop di nuova generazione, ma è il mondo onirico di Hån, scandito da melodie eleganti e delicate, che si ergono su una base elettronica, che cattura l’attenzione di Sony Music. Proprio con Sony pubblica il suo primo album, ‘Projections On A Human Screen’, scritto interamente da lei e prodotto da Giorgio Pesenti e Owen Pickston, che, sotto il nome di Killowen, compare nella prima traccia dell’album, ‘Bicycle’. L’album viene completato a Milano, città nella quale Giulia si è trasferita dopo l’esperienza londinese e dove vive tutt’ora.
L’album si configura come il suo diario personale, atto a documentare le esperienze vissute tra Milano e Londra, che tanto l’hanno cambiata e le hanno permesso di conoscere una versione di se stessa lontana dai limiti che la vita di provincia le poneva.
“Questo album prende forma dalla mia camera da letto – luogo in cui scrivo la maggior parte della mia musica – ed entra poi nel mondo reale. Gli effetti del mondo reale vengono metaforicamente proiettati su uno schermo umano (io), generando tutti questi pensieri e, quindi, questo album”.
– Hån
scrive Hån parlando di ‘Projections On A Human Screen’.
D’altronde la musica è sempre stata per Giulia il mezzo ideale per esprimere e trasmettere le proprie emozioni, un modo per veicolare un messaggio, che nel suo caso è strettamente personale. L’album, infatti, riconferma la tendenza a un pop intimista e dreamy, che si rifà a un immaginario mistico e freddo ma, al contempo, accogliente e recondito.
Un’ intimità che si esplica anche grazie a una componente visuale – grafiche, video, foto – estremamente curata e partorita dalla creatività della stessa. Hån rappresenta una gemma rara nel panorama musicale italiano: una cantautrice con una cifra stilistica molto riconoscibile, ma pronta a evolversi e a brillare sulla scena internazionale, grazie al suo inglese impeccabile e alla sua estetica distintiva.
La nuova sfida per Hån sarà di scrivere nella sua lingua madre, un bisogno nato dal suo ritorno in Italia e dall’esigenza di individuare una cerchia di persone con cui intraprendere uno scambio artistico e umano e con cui condividere passioni e interessi.
Il suo obiettivo, d’altronde, rimane sempre lo stesso: con la propria musica vuole esprimersi e far riconoscere gli altri in ciò che lei stessa esterna. Hån è il collegamento tra l’innocente inconsapevolezza infantile e il traumatico risveglio della coscienza.