Art

Napoli al di là del pregiudizio 

Ciro Pipoli, il fotografo partenopeo che infrange gli stereotipi e cattura l’essenza di una città alla ricerca di rivalsa

Di Napoli si conosce principalmente ciò che viene trasmesso dalla televisione, dai giornali, dai media in genere, che è solo però un lato di una mezza verità.Sono diversi i preconcetti legati alla città, quello che meno si afferma però, è quanto Napoli sia ad oggi una città cosmopolita. Ed è proprio la missione di alcuni artisti contemporanei, come il fotografo originario del capoluogo campano Ciro Pipoli, dare una visione più approfondita di una realtà così intensa e complessa, che bisogna conoscere profondamente per poterla definire. Vivere un luogo, imparare ad amarlo è ciò che permette la caduta del velo del pregiudizio.

Figlio del Vesuvio, Ciro, nasce nel ‘96 nella zona più pittoresca e caratteristica della città: i Quartieri Spagnoli. Sin da adolescente, sviluppa una passione per la fotografia con un unico obiettivo: comunicare, in maniera viscerale e veritiera, il suo amore per Napoli dandone una visione realistica e lontana dai soliti stereotipi.

Ciro Pipoli

Gli scatti che presenta sono scene di vita quotidiana raffiguranti luoghi unici e persone autentiche, spesso ignorati e dati per scontato.

Il suo stile si pone a metà tra la street-photography e la narrazione, e le sue raffigurazioni sono impregnate di magia, la magia del sud. I protagonisti di queste fotografie sono principalmente bambini e anziani, da lui definiti gli “estremi della vita”.

Ciò che è invisibile agli occhi però, è la ragione che spinge Ciro a privilegiare questi due soggetti: il bambino e l’anziano non sono altro che l’ambivalente personalità della città. Da una parte l’innocenza, la Napoli pura che non bada a preconcetti e ama in modo carnale, dall’altra una città che fa del suo intenso vissuto un insegnamento da tramandare ai suoi abitanti.

In molti conoscono la famosissima frase “Vedi Napoli e poi muori”, a prima vista può sembrare abbia un’accezione negativa, ma in realtà si riferisce a quella sensazione di malinconia che molti provano allontanandosi dal golfo e a cui pochi sanno dare un nome: la Napolitudine.

Sono vari gli stati d’animo che la città trasmette, se ci si addentra nei Quartieri Spagnoli, in uno dei suoi vicoli stretti, tra panni stesi rivolti al sole e piccole taverne tradizionali, si può scorgere una scritta sul muro: “Abbraccia le fragilità”. Fragilità di un quartiere che, come molti della metropoli, hanno ispirato la carriera di Ciro, focalizzata su uno scopo fondamentale: il riscatto, far valere la bellezza e non il pregiudizio, andare oltre.

Ma cosa sarebbe la città più romantica e difficile del Belpaese senza “l’Ammore” dei suoi abitanti d’origine e di chi sa coglierla? Sono le persone la vera anima della città, il calore, l’ospitalità. Napoli non si può soltanto vedere, si deve osservare, un turista non deve soltanto addentrarcisi, ci si deve immergere e allo stesso modo i napoletani non si possono solo conoscere, si devono vivere.

La nuova narrazione di Ciro incarna a pieno tutti questi valori e le sue fotografie sono il trasferimento percettivo e emozionale del suo sguardo che si trasforma in fermo immagine. Le rose stese, un bambino che corre, un bacio alla finestra e un figlio che abbraccia il suo eroe, semplicemente Napoli.

Questi scatti non hanno parole, ma parlano, e parlano di un popolo che non dice “Ti amo” ma “Te voglio bbene”, che letteralmente significa voglio il tuo bene, perché il napoletano è questo: generosità. Una qualità che non è difficile ritrovare in un fotografo come Ciro Pipoli, che ogni giorno regala al suo pubblico un pezzo di sé e della sua città, prendendo il suo mondo e facendone un’arte. 

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Erika del Prete nasce a Foggia nel dicembre 1999. Diplomatasi nel 2018 al Liceo Artistico, attualmente vive a Napoli per conseguire la laurea in Fashion Design. Appassionata da sempre di tutto ciò che possa dare sfogo alle proprie emozioni, i suoi interessi spaziano dalla moda all'arte, sino al canto, la scrittura e molto altro. Con l'obiettivo di poter lasciare un segno nel prossimo, dal 2022 ha iniziato a scrivere per Not Yet Magazine.

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