Antonia Fiore e il suo ‘Libro di Merda’
Non sono astrologia: l’intervista alla nostra astrologa di fiducia dopo il lancio del suo primo libro
Per chi non la conoscesse, Antonia Fiore non è solo una folle e cinica astrologa moderna. Oltre a curare continuamente il suo ‘Oroscopo Infelice’ anche in una versione esclusiva per i lettori della nostra rivista (che potete trovare nelle ultime pagine di ogni numero), Antonia è anche scrittrice freelance e ha da poco realizzato quello che ci dice essere un sogno nel cassetto: scrivere il suo libro. E se è vero che ‘dream’ è l’anagramma di merda, la sua opera prima non poteva avere altro titolo se non “Libro di Merda”.
Sfrontatamente beffardo e sempre coerente con il suo metodo di scrittura cinico e pungente, ogni pagina è riempita da una massima che rispecchia pienamente l’animo provocatorio di questa autrice.
Infatti la nostra astrologa di fiducia – o meglio la nostra astronza, come amano definirla i suoi 33mila followers su instagram – è apprezzata proprio per il suo stile estremamente attuale ed irriverente che quest’estate l’ha portata a collaborare anche con l’importante testata GQ Italia.
Dopo il primo lancio del suo Libro di Merda, una seconda ristampa e un doppio sold out, l’abbiamo intervistata per farci svelare qualche retroscena curioso sulla creazione di questo vademecum pronto a dare una scossa a chi ha il cuore atrofizzato da mille paturnie.
Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
In principio doveva rimanere nel cassetto del mio comodino “per uso personale”. Mi ero appena mollata dopo una lunga convivenza con il ragazzo che pensavo di sposare e volevo qualcosa di tascabile e pronto all’uso in grado di farmi rinsavire durante ogni crisi esistenziale.
Avete presente il luogo comune per cui riesci a dare consigli meravigliosi agli altri ma quelli che dai a te stesso fanno più schifo della salsa tonnata? Ecco. Le persone che mi seguono su Instagram mi ringraziano continuamente per il lavoro che faccio con i miei format di domande e riposte e ho pensato “perchè non farlo anche per me stessa?”.
Era evidente che, incredibilmente, ciò che dicevo aveva un forte impatto sulla mia community così ho tradotto tutto questo in un libro tascabile di 202 pagine.
In poche parole sei tu che dai consigli alla te stessa più fragile?
Sì, a quanto pare il mio ego è più ingombrante di un ippopotamo in una smart. ride
La verità è che è difficile essere centrati quando si è dentro una situazione, è molto più facile dare opinioni dall’esterno dal momento che non si è emotivamente coinvolti. Ed è per questo che necessito della mia parte più cinica: per ritornare con i piedi per terra e non farmi trascinare dalle paranoie quando non sono propriamente lucida. I consigli patinati alla “andrà tutto bene” non mi sono mai serviti a nulla. Anzi, alcuni di quelli presenti nel libro apparentemente non hanno nessun senso perciò il sottotitolo è: “Risposte di merda ai tuoi dubbi esistenziali.”
E proprio in queste risposte ho scoperto che si nascondono le migliori intuizioni. Un po’ come quando ti stai lavando i denti e tutto d’un tratto arriva un’illuminazione divina.
Poi ho pensato “magari può essere utile anche ad altri”, et voilà: Libro di Merda per tutti!
Perché proprio questo titolo?
Un giorno ho presentato il libro – che in principio aveva un titolo diverso – ad un’agenzia che nutrendo molta fiducia in me voleva farmi pubblicare da una casa editrice che però, leggendo le mie frasi come “puoi fare molto meglio, così fai un po’ cagare”, pensò che il libro non rispecchiava esattamente le loro aspettative. Così ho deciso di chiamarlo ‘Libro di Merda’ e di pubblicarlo per conto mio, cambiando il titolo la notte prima che andasse in stampa e dal momento che sono spesso la peggior nemica di me stessa ho accontentato anche la mia parte autosabotatrice che ogni giorno fino al minuto prima del lancio mi ripeteva: “ma chi vuoi che lo compri questo libro di merda?”.
Evidentemente la tua parte autosabotatrice aveva torto, tu che dici?
A quanto pare si, ho fatto doppio sold out e l’ho lanciato due giorni prima di ferragosto quindi direi che sia andato tutto bene. Nonostante questo non abbiamo litigato, ho un bel rapporto con la mia parte autosabotatrice: se compare spesso a rompermi le scatole vuol dire che sono sulla strada giusta! La prendo come una sorta di bussola che mi spinge ad andare oltre i miei limiti.
Hai ricevuto molte critiche per il ‘Libro di Merda’?
Ne ho ricevute di più quando mi presentavo a scuola con le bottiglie di Bacardi nello zainetto al posto dei quaderni ma ovviamente non sono assolutamente mancate anche in questa occasione. Ad esempio quando ho comunicato il nome che avevo scelto per il libro mi hanno detto che era ridicolo, che non mi si addiceva e che era volgare, ma a me non piacciono le parolacce romantiche né quelli che si limitano a giudicare qualsiasi cosa dalla copertina.
Penso che non esista il giusto e lo sbagliato e la mia curiosità va al di là di questo, mi piace abbracciare ogni punto di vista se mi aiuta a crescere. Le convinzioni le lascio a chi pensa di essere sempre una spanna sopra gli altri. Come diceva mia nonna: “it’s not my business”.
A proposito di andare oltre i limiti, sul tuo profilo instagram parli spesso di psicologia e di quanto sia importante la psicoterapia. Per te è stata determinante?
La psicologia è uno dei miei più grandi amori e nel mio piccolo cerco di promuoverla ogni volta che posso. Ho avuto il mio primo attacco di panico a sedici anni, il primo di una lunga serie che ha risucchiato gran parte della mia vita. All’epoca non avevo gli strumenti per affrontare la situazione in modo adeguato e l’ambiente che mi circondava era un incentivo a sperare in un meteorite. Purtroppo c’era e c’è ancora molto ignoranza riguardo la salute mentale: quando cercavo di raccontare il mio malessere a qualcuno la risposta era “tu sei pazza” e il che ovviamente ha portato, con conseguenze catastrofiche, a chiudermi sempre più e a nascondere ogni segnale che potesse alimentare quelle convinzioni.
La psicoterapia mi è servita molto, ad oggi ho raggiunto consapevolezze importanti ma ciò che ha determinato un vero cambiamento è stata l’azione: ho iniziato a prendermi in giro come meglio potevo, imitavo i miei attacchi di panico, ne ridevo con i miei amici e più ne ridevo più perdevano potere. Era il mio antidoto per rimpicciolire qualcosa che per me era insormontabile, ed ero arrivata al punto di non riuscire ad uscire più di casa. Quando ho visto i primi risultati ho portato questa attitudine in ogni ambito della mia vita, e di conseguenza nei miei format sui social.
Progetti futuri?
Il mio concetto di futuro non va oltre le successive ventiquattro ore e dato che sono logorroica potrei tenervi qua fino a domani. Perciò che ne dite se adesso andiamo a berci un gin tonic, parliamo di unicorni colorati e ci godiamo il momento?