Vinnie Marakas: singoli eclettici in un’atmosfera sognante e ironica
Profeta, imbroglione, alchimista e mago metropolitano, Vinnie Marakas debutta come performer con le sue prestazioni dal titolo ‘GIAZSZSZ’, i cui elementi fondamentali erano i dadi, protagonisti di movimenti ritmici e legami telepatici. Dopo, la sparizione.
Si dice che Vinnie Marakas sia evaporato per poi ricomparire in seguito alla scoperta di una speciale connessione tra vibrazioni cromatiche e accordi musicali.
È un alone di mistero ad avvolgere il personaggio di Vinnie, performer, cantante, poeta e impostore. Un mistero non di certo casuale poiché Marakas non ama definirsi, o meglio, rimanere all’interno di schemi prestabiliti: infatti non è azzardato definirlo un progetto a tutto tondo piuttosto che unicamente un cantante che produce pezzi da ascoltare con le cuffiette mentre siamo sull’autobus. Eppure, nonostante le definizioni non siano le prerogative su cui si basa la sua arte, possiamo comunque descriverlo come un viaggio tra mille possibili immaginari.
“È un’erbaccia che spunta dal cemento, è l’ironia iconoclasta che destituisce l’apparenza, è lo sguardo del disincanto che rende possibile un nuovo sogno. Allo stesso tempo maledizione e rimedio, disperazione e irriverenza, decadenza e improvvisazione, è come un tramonto sulla tangenziale“.
– Vinnie Marakas
Vinnie Marakas ci parla così di ‘Disagio Mediterranée’, il singolo uscito a dicembre del 2021 che segna il suo debutto sotto l’etichetta padovana Dischi Sotterranei, seguito poi da ‘Rrose Sélavy’ e dall’EP ‘Giovane Cagliostro’.
La sua opera è un insieme di influssi diversi che passa dalle ritmiche dance ai bassi funk, uniti alle sue linee vocali malinconiche.
Marakas ci parla di “più urgenze espressive che richiedono il proprio spazio vitale”, un’urgenza che risiede anche – sicuramente – nella sua produzione.
Ascoltando la sua musica, osservando le copertine dei suoi singoli e leggendo la sua personale descrizione di se stesso, emerge la necessità di unire aspetti performativi alla produzione di musica e alla scrittura di poemi nel tentativo di costituire un proprio lessico fatto di visioni e allegorie: un linguaggio criptato, avvolto in un’atmosfera sognante e ironica, che perciò non spetta a noi definire ma piuttosto lasciarci coinvolgere dal suo flusso.