Il “Tocco di Lusso” di Popa: un’intervista all’insegna del sogno, dell’inclusione e della sensualità inespressa
Maria Popadnicenko, in arte Popa, ci parla di sè e del suo rapporto con la musica, la moda e l’Italia
Nel corso della settimana più caotica e nel vibrante carosello della città della moda italiana, un “tocco di lusso” scintillava sui calici e i volti di tutti i presenti. È stato durante un martedì sera della fashion week dello scorso giugno – al club Armani Privè – che sotto il cielo dei sogni e della nostalgia, dello sfarzo e dell’ironia, Popa ha lanciato il suo ultimo singolo accompagnata dall’energia della Jean Frank O’ Suzuky Wet Orchestra.
Sull’onda di una Milano in piena rinascita, dalle contaminazioni musicali, di moda e lifestyle, non è stato difficile capire che il ruolo di Popa non sarebbe stato quello della tradizionale cantante pop. Grazie alla sua estetica opulenta, dalle sonorità suadenti e accattivanti, sfiora con sensualità il volto di una scena milanese che ondeggia tra pulsioni rallentate e chitarre dal gusto retrò, trasformando questa fashion designer lituana nella regina della new wave musicale.
Dietro il progetto Popa vi è Maria Popadnicenko, nata a Klaipeda in Lituania e arrivata in Italia nel 2008, all’età di diciotto anni, per studiare moda. Innamorata dell’Italia sin da bambina, ispirata dalle giornate luminose d’estate, dalla cultura e dai colossi della musica italiana, dà vita a Popa solo durante il recente scoppio della pandemia. “Lasciatemi cantare perchè ne sono fiero, sono un’italiano, un’italiano vero” cantava Toto Cutugno, che ha posto le basi, in Popa, di quello che sarebbe stato uno dei suoi sogni più grandi: vivere in Italia.
“Sono rimasta colpita dalla bellezza del paese ma anche dalle persone, dal cibo, dalla moda e da tutta l’arte che ho incontrato. Trovo che la musica sia fondamentale per completare la mia visione estetica: il miglior modo per dare vita alla mia personale visione della Dolce Vita all’italiana!”
– Popa
spiega in proposito durante la nostra intervista. Il ponte della riva sinistra dell’Arno che collega storia e artigianato, la bianca pietra cristallina del marmo del Duomo che si lascia avvolgere dai colori della Fashion Week, e arriva l’ispirazione. E’ stata la bellezza enigmatica del Bel Paese a ispirare Popa nel processo creativo verso la creazione del suo ultimo singolo, ‘Tocco di Lusso’. L’ironia del legame che unisce e fonde settori e culture differenti è stata la chiave di lettura per rendere a pieno ciò che l’artista pensa e vuole far conoscere.
C’è una reale connessione tra arte, moda e musica: i tre settori si mescolano creando un complesso di passioni e istinti, come un vero e proprio erotismo creativo.
“Credo che la sensualità debba venire naturale. Quando penso ai testi e alla melodia non penso tanto al sex appeal, l’erotismo che c’è nelle mie canzoni è più psicologico, leggero e sempre sofisticato”
– Popa
sostiene Popa, che tra l’altro è stata recentemente scelta dal celebre fashion designer Giuliano Calza per dare voce alla colonna sonora in una delle ultime sfilate del suo brand GCDS con il brano nato in collaborazione, ’Disco Alieno’.
Il luccichio nel suo sguardo trasmette la totale empatia e l’amore libero nei confronti del suo lavoro, un amore sfrenato e coraggioso che non ha paura di divincolarsi e dimostrarsi a chiunque. Coraggio che ha la stessa cantante, che termina l’intervista consigliando di fare ciò che si ama, perché in fin dei conti siamo noi gli artefici della nostra stessa felicità.
Ed è attraverso la visualizzazione di queste immagini, di questa attitudine, dell’insieme di sonorità e estetica di anni differenti, che vi lasciamo alle parole di Maria Popadnicenko, artista intraprendente e sofisticata, docile ma magnetica, che accarezza con la sua voce soave il presente come accarezzasse una tazzina di tè delle cinque, avvolta nella sua pelliccia Prada e dinanzi al suo giardino delle meraviglie.
Il tuo percorso musicale inizia solo due anni fa, eppure hai ribadito durante diverse interviste che molti dei tuoi pezzi – tra cui l’ultimo ‘Tocco di Lusso’ che parla di sognare aspetti sfrenati della vita, a volte superficiali – erano già stati scritti da te nel 2018. A proposito di fantasticare, quando hai iniziato ad immaginare una vita nell’industria musicale? Quanto è importante secondo te la preparazione, sia nella musica che nella moda?
La musica ha sempre avuto un ruolo molto importante nella mia vita: come sì dice in Lituania: “nėra dienos be dainos”, ovvero “non c’è un giorno senza una canzone”. Prima di arrivare a creare le canzoni lavoravo a tempo pieno nella moda ma fin da piccola ho studiato musica e danza e suonavo in una teen age band. Penso che la creatività debba sempre andare di pari passo col duro lavoro, ma anche col divertimento ovviamente! Non ho abbandonato la moda né mai la abbandonerò, ma trovo che la musica sia fondamentale per completare la mia visione estetica, sul piano musicale e sul piano visivo. Il miglior modo per dare vita alla mia personale visione della Dolce Vita all’italiana!
A proposito di preparazione, qual’è l’iter produttivo che da forma ai tuoi brani?
Personalmente trovo che il processo creativo della musica sia molto simile a quello della moda. Ogni tanto inizio a creare un pezzo perché mi viene spontaneamente una melodia nella testa, altre volte parto da diverse references e ne faccio un mix. Ascolto veramente tanta musica e per me la cosa essenziale è fare un editing molto preciso sulle references e cercare sempre un fil rouge fra i miei brani. Ciò che preferisco del mio lavoro è la possibilità di interfacciarmi con persone che condividono la mia stessa sensibilità estetica, visiva e musicale. Dalla collaborazione con Gaetano Scognamiglio (Fitness Forever) per esempio sono nati tutti i miei pezzi e anche Victoria Genzini ha collaborato ad alcuni dei miei testi. Ho scritto ‘Tocco di Lusso’ con Gaetano che poi è stata prodotto da Filo Vals. Devo loro tantissimo e ringrazio anche tutti i musicisti che hanno suonato nelle mie canzoni e tutte le persone che hanno lavorato ai miei video!
Per te fare musica non vuol dire pensare soltanto alle parole o alla melodia di una canzone ma piuttosto occuparsi di tutta la direzione creativa, dalla comunicazione ai video, e in effetti per ogni tuo singolo hai realizzato un videoclip. Quanto credi sia importante, per emergere, lavorare anche sulla comunicazione visiva oltre che sulla musica e i live, al giorno d’oggi?
A me piace immaginare ogni canzone a trecentosessanta gradi, creare un vero racconto. Mi viene naturale pensare ogni pezzo come un tutt’uno che inizia dal tema della canzone e si completa con la parte visiva ma non credo sia necessario avere un video per ogni canzone, è più un’ esigenza creativa personale!
Parliamo ora di ‘Tocco di Lusso’: opulenza, leggerezza, ma anche ironia e sensualità, sono alcune delle parole chiave che potrebbero definirlo.
C’è stato un avvenimento in particolare che ricordi abbia acceso, nella tua testa, l’idea che ha dato vita a questo brano? Ti sei ispirata alle sonorità italiane degli anni sessanta e settanta caratterizzate da voci soft e ritmi incalzanti per creare questo singolo con il produttore musicale Filo Vals. Avete lavorato insieme alla base musicale? Come la descriveresti e cosa avevi in mente quando hai scritto il brano nel 2018?
Tocco di Lusso può essere letta in vari modi, sempre ironici. Parla sicuramente delle persone che amano lo stereotipo del lusso ma che non capiscono cos’è il lusso vero. Amano vestirsi solo dei migliori brand e partire per le mete più esotiche e costose, però in fondo non sono così sofisticate. Tocco di Lusso è quando compri il Don Perignon mai hai il budget solo per una Ceres, oppure è avere un amante ricco sapendo già che il giorno dopo lui sarà su un aereo in prima classe con un’altra, ma soprattutto è saper ridere di questo.
La cosa incredibile è che tutti i tuoi brani, compreso quest’ultimo, sono ricchissimi di arguti giochi di parole e modi di dire in grado di esprimere concetti esilaranti. Quanto hai lavorato sulla conoscenza della lingua?
Secondo me imparare l’italiano non è solamente imparare la lingua ma anche far propria l’intera cultura, che è ricchissima. Mi piace osservare il modo di vivere all’ italiana e interpretarlo con un mio approccio ironico e internazionale.
Nel tuo progetto Popa hanno fatto parte fin dall’inizio diversi produttori, artisti, personalità e management che ti hanno aiutata a crescere molto in solo un paio d’anni. C’è qualcuno che vorresti ringraziare in particolare?
Vorrei ringraziare Gaetano Scognamiglio che mi ha aiutato a produrre e creare le mie prime canzoni. E ovviamente Salotto Studio, i miei soul mates, che mi spingono tanto sulla parte creativa e di comunicazione. Vorrei ringraziare anche Futura Dischi che mi dà un supporto essenziale nella parte discografica!
Che consigli hai, in generale, per chi vuole fare musica o perché no, moda?
Non saprei, il mio consiglio spassionato e un po’ naïf è quello di Emily in Paris: “do what you love!”. Perché in fin dei conti siamo noi gli artefici della nostra stessa felicità.