Reinventarsi per nutrire il proprio talento: la storia dei Santi Francesi

Ogni cambio di rotta è una scusa per festeggiare. Not Yet incontra il duo elettro-pop

Il passaggio dai pugni di un boxeur sul ring all’agiografia medievale non è sicuramente il più automatico quando pensiamo ad una band italiana, probabilmente è il più assurdo che sentirete oggi, ma è proprio quello che hanno adottato, tanto nel nome quanto nelle intenzioni, i Santi Francesi (prima conosciuti come The Jab). Il duo elettro-pop di Ivrea, composto da Alessandro De Santis (voce e chitarra) e Mario Francese (tastiere e synth), ha deciso infatti di cambiare nome, di cambiare volto e soprattutto di darsi un’unica prerogativa: sapersi reinventare continuamente. Giunti alla ribalta grazie alla vittoria del LigaRockParkContest nel 2016, che li ha portati successivamente ad aprire il live del cantautore reggiano al parco di Monza, i due musicisti piemontesi hanno in realtà iniziato a fare musica molto tempo prima, esordendo nei locali dell’hinterland di Torino, e portando nei piccoli festival di provincia pezzi elettropop freschi e frizzanti, conditi da testi sempre ironici e acuti. Dopo una fiorente attività live, la band viene chiamata a partecipare ad Amici di Maria De Filippi, che li plasma e li forma soprattutto dal punto di vista esperienziale, mentre la conferma da parte della critica arriva con la vittoria del Musicultura 2021, dove hanno presentato il singolo Giovani Favolosi, prodotto da Dade.

I Santi Francesi, foto di Cristopher Daniel Escobar

Da settembre di quest’anno sono inoltre fra i partecipanti in gara della sedicesima edizione di X Factor Italia, sotto la guida del giudice Rkomi.

Not Yet Magazine li ha voluti incontrare per capire come, anche per gli artisti emergenti, il cambiamento continui ad essere la benzina più preziosa per ravvivare la fiamma del talento. 

Ciao ragazzi! Partiamo dall’inizio, prima dei Santi Francesi, prima di The Jab, quando eravate solo Mario e Alessandro, come è nata l’idea di creare un gruppo? In quali circostanze avete pensato “ok, proviamo a fare musica!”? Descriveteci quel periodo.

La band è stata formata da me (Alessandro) alla fine del 2013, mentre l’incontro con Mario è arrivato ben quattro anni dopo. Lui lavorava nello studio di registrazione dove andavo a provare con la band e proprio lì è nata tra noi una forte alchimia dal punto di vista umano ed artistico, così abbiamo iniziato a suonare insieme. Al tempo suonavamo pezzi dei generi più diversi e lo facevamo in modo molto più immaturo rispetto ad ora, ma devo ammettere che riascoltare quelle demo fa sempre un certo effetto.

Dai primi tour e concerti alla pubblicazione del vostro primo singolo, ‘Regina’, che vi ha portato alla vittoria del Ligarockpark contest e successivamente ad aprire il concerto di un’importante star italiana come Ligabue a Monza, cosa è passato nella vostra testa? Come avete affrontato quel periodo? Vivevate il sogno, palco dopo palco, o avete pensato subito che quella era davvero la strada giusta ?

La vittoria del LigaRockPark Contest è stata un’esperienza incredibile. Avevamo 17 e 18 anni e siamo stati catapultati su un palco davanti a 60.000 persone circa, da brividi. Possiamo però dire con certezza di non aver mai staccato i piedi dal suolo e, in quel periodo così come tuttora, ci siamo goduti il viaggio senza farci distrarre dai piccoli traguardi raggiunti. 

I Santi Francesi a X Factor 2022

Parlando di Amici, sicuramente i talent show sono un’importante vetrina per artisti emergenti ma è scontato dire che dietro c’è molto altro, tra studio intenso, passione e voglia di farcela, quali sono gli insegnamenti più importanti che avete acquisito nell’intraprendere e sperimentare un percorso di questo tipo?

Amici, altra esperienza gigantesca. Sicuramente quei mesi nella trasmissione ci hanno migliorato sotto molti punti di vista anche se il salto più grande lo abbiamo fatto nel campo della produzione. È stata davvero una scuola perché ogni settimana dovevamo riarrangiare e produrre diversi brani, e per questo abbiamo imparato a gestire meglio sia la velocità che la qualità di una produzione.

Dopo l’avventura ad Amici avete avuto la possibilità di creare musica e collaborare con importanti artisti e produttori, tra cui Dade, dalla cui collaborazione è nata ‘Giovani Favolosi’ che vi ha portato a vincere il prestigioso Musicultura. Pensate che questo passo e cambio di stile importante vi abbia fatto fare un salto in avanti in termini di coscienza musicale e fiducia nelle vostre capacità creative?

Questo è ciò che siamo oggi.
Ma questo è ciò che forse, domani, non per vezzo o posa, non saremo più.
La nostra musica è sempre stata e sempre sarà in costante mutazione. Ci lasciamo coinvolgere e ispirare da mondi molto diversi fra loro, e avere la possibilità di lavorare con professionisti e artisti del calibro di Dade, ad esempio, aumenta le influenze e gli stimoli a cercare di migliorarci.

Cosa significa, a parte il chiaro riferimento ai vostri nomi, Santi Francesi? Un cambio di rotta? Un lasciarsi dietro il passato per guardare avanti? Da dove deriva questa scelta?

Il cambiamento è fondamentale. Come detto prima, ci piace rinnovarci spesso, perciò ci lasciamo costantemente il passato alle spalle, cercando di mantenere sempre un occhio sugli errori commessi.
Sì, Santi Francesi è uno dei modi per ufficializzare un cambio di rotta.
In più, c’è da dire una cosa divertente: abbiamo scoperto che in Francia, durante il Medioevo, si usava inventare l’esistenza di certi santi al solo scopo di fare delle feste in loro onore.
Ecco, dopo questo periodo, noi vorremmo diventare una scusa per festeggiare.

 Di cosa parla il vostro singolo ‘Signorino’?

‘Signorino’ è stata scritta di getto dopo una riflessione sul significato di questa parola. Al maschile è un termine ormai quasi inutilizzato, che allude a un “giovane delicato di gusti raffinati o molto difficili”, mentre la parola Signorina può avere per le donne anche un significato vagamente sminuente, a seconda dei contesti. Eppure è una parola dolcissima ed elegante, che richiama a una dimensione giocosa dell’esistenza. Bene, mi sono detto, anziché escludere, includiamo: anche io sono giovane e non sposato, e allora anch’io sono un Signorino.
La canzone quindi vuole essere una proposta di seduzione giocosa, un’inversione di prospettiva, una gentile rivoluzione lessicale, che promuove una forma di mascolinità positiva, non strettamente legata ai dogmi del passato.

 E invece, l’ultimo brano ‘Buttami Giù’?

‘Buttami Giù’ è un invito a lasciarsi cadere per trovare la forza di risalire: un tonfo così forte che poi ti riporta ancora più in alto. Talvolta però per fare un salto nel vuoto serve una spinta, perché sul bordo, in bilico, ci si sente in trappola. Ma anche pronti alla liberazione.

‘Giovani Favolosi’
‘Signorino’
‘Buttami Giù’

Infine, avete progetti in cantiere per il futuro? 

Molti progetti, molte idee. Prima di X Factor stavamo lavorando in studio, abbiamo varie canzoni pronte. Arriveranno al più presto novità sui nostri social!

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Dopo essersi dedicato agli studi umanistici, si laurea in Italianistica e Culture Letterarie Europee presso l’Università di Bologna. Da sempre appassionato delle più disparate forme di scrittura ed espressione artistica, si occupa principalmente di letteratura italiana ed europea novecentesca scrivendo articoli per diversi magazine online, seppur prediligendo un approccio interdisciplinare allo studio dei testi e delle forme artistiche, dove tutte le implicazioni sociali ed antropologiche possano essere contemplate.

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