La sostenibilità sovversiva di Boredom Ravers
Il brand emergente di Cecilia Bortolazzi che unisce lo spirito rave delle stampe anni ’90 ai messaggi sociali di liberazione e inclusività
Cosa c’è di più moderno di un brand che si batte contro la discriminazione razziale, sociale e di genere. Che veicola messaggi di aggregazione, condivisione ed empatia. Che punta sulla sostenibilità, sulla consapevolezza e sulla difesa della diversità. Un brand che per fare tutto ciò realizza abiti unisex, genderless e adattabili ad ogni corpo e ad ogni forma. Questa è la storia di BOREDOM RAVERS, considerato come uno dei migliori brand emergenti italiani, nato dalla mente creativa e dall’energia sovversiva di Cecilia Bortolazzi.
Laureata nel 2017 in Styling e Communication all’Università IED di Milano, Cecilia decide di dare vita al suo brand indipendente nell’estate 2020 durante una vacanza in Sardegna. È proprio durante il viaggio nell’entroterra sardo che nasce in lei l’esigenza di dare voce ad aspetti che stanno molto a cuore alle nuove generazioni: la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente.
Fin da piccola Cecilia nutre una passione per la moda circolare e per un approccio consapevole: cresce infatti insieme a sua nonna che, grazie al lavoro di sarta, le insegna a sdifettare gli abiti e a dare nuova vita a qualsiasi cosa si trovi in casa. È così che i muri del soggiorno diventano moodboard, le tende diventano gonne e le tovagliette da colazione tavolozze per i suoi schizzi.
Boredom Ravers costella le sue collezioni di pezzi unici, interamente realizzati da un piccolo team creativo a Verona con tessuti di scarto provenienti da dead stock di aziende italiane. In questo modo si riduce la sovraproduzione e lo spreco di tessuti, dando invece valore a quelli già prodotti. Crop top, t-shirt, slip, skirts e pants si fanno portatori di messaggi sociali importanti attraverso stampe ironiche e fantasie anni ’90, tipiche della rave culture. È proprio attraverso le sottoculture rave che Cecilia da voce in modo urgente, ma spontaneo, ai suoi abiti che diventano quindi veicolo di liberazione e inclusività.
La liberazione e l’inclusività si mostrano in tutta la loro forza nella capsule collection F/W 21 ‘SBATTITI FATTI CREPA’, composta da capi unisex, tessuti seconda pelle e stampe grafiche che recitano “Be the sound not the echo”.
Che cosa significa ‘SBATTITI FATTI CREPA’? Semplice: è un inno alle nuove generazioni, coraggiose nel mostrarsi in maniera autentica, determinate nel valorizzare la propria unicità, sbattendosene delle imposizioni passate e dando voce ai propri diritti.