Cinque domande su Jasmains Paris

La designer e fondatrice del brand risponde a cinque domanda parlandoci di successo sui social network, design che inneggia all’amore e alla libertà d’espressione, e dell’ennesimo furto di proprietà intellettuale causato da un colosso ai danni di un designer emergente.

Yasmine Ait Ouazzou vive a Parigi, studia Business Management ed ha sempre avuto una passione incondizionata per la moda, oltre che un grande fiuto per gli affari.

Creativa sin dalla più tenera età, Yasmine passa la sua vita a disegnare e creare qualsiasi cosa fino a quando, nel 2019, quasi come una manifestazione divina le appare nella mente l’immagine di un paio di jeans. Non erano i classici jeans. Erano jeans speciali secondo lei, e presto avrebbe scoperto che lo erano davvero. 

Decisa a inseguire la propria idea e convinta del suo potenziale, si intestardisce a tal punto che ci metterà un anno per portarne a termine il prototipo perfetto. Il 14 febbraio 2020, nel giorno di San Valentino, Yasmine pubblica sui social la prima foto della sua creazione che diventa immediatamente virale. 

Anche la data del lancio non è stata certo scelta a caso: con il suo brand, Yasmine vuole comunicare il valore dell’amor proprio e della libertà, e ogni singolo pezzo delle sue collezioni è un promemoria a questi valori inaffondabili.

Da lì a due mesi avrebbe iniziato a vendere i suoi capi attraverso i social fino ad aprire il suo sito e-commerce: www.jasmains.fr

Jasmains è un brand sostenibile?

Jasmains è un brand esordiente e, per quanto comunque non produciamo capi in quantità massicce, per ora non posso certo dire che siamo sostenibili al 100% per quanto riguarda i materiali. Noi seguiamo l’etica, i nostri fornitori sono tutti Europei e ogni abito viene creato a Parigi, ma stiamo lavorando perché la prossima collezione, la quale verrà presentata alla fine di quest’anno, verta su maggiore sostenibilità: abbiamo recuperato stoffe di importanti case di moda per poter garantire una forma rinnovabile e un economia circolare al processo. 

Come sono arrivati da voi i primi clienti?

Avevo appena creato il mio primo paio di pantaloni e le foto sono diventate virali su Instagram in pochissimo tempo, poi Twitter e TikTok. Credo che i primi clienti arrivino proprio da lì. Ho ricevuto tanto sostegno e tanti messaggi affettuosi, amo i miei clienti!

Sei tu che gestisci personalmente i profili social del tuo brand?

Per ora mi occupo di tutto io: comunicazione, design, ricerca, fino alle spedizioni e al business management. Ho trovato tante persone però che mi hanno aiutata durante i periodi più faticosi. Un grazie lo devo alla mia migliore amica Chrisette e ai miei genitori, a cui sarò sempre grata per il grande supporto che mi hanno dato. 

A cosa pensi sia dovuto il tuo successo in quanto designer emergente?

In realtà non lo so nemmeno io. Penso che serva avere l’idea giusta al momento giusto, perché anche l’invenzione più grande della storia è un fallimento se le tempistiche sono errate.

Non è cosa rara che grandi multinazionali si approprino della proprietà intellettuale di artisti e designer emergenti: in questo caso è successo a te, con il colosso AliExpress che ha copiato una delle tue creazioni. Ci racconti cosa è successo e come hai reagito?

Quando le mie creazioni sono state rubate da una delle piattaforme e-commerce più grandi del mondo, Alibaba, mi si è spezzato il cuore. Mi hanno rubato il design e usato le fotografie per vendere il loro prodotto, che non è neanche lontanamente simile al mio per quanto riguarda forma e qualità. 

Ma la cosa peggiore è che continuò a vedere fotografie dei miei design dappertutto: mi arrivano messaggi in continuazione da persone che mi dicono di aver trovato i vestiti su altri siti web. 

Sto provando ancora oggi a mettere la parola fine su tutto ciò, ma ci sono troppi venditori e purtroppo è tutto così complicato.

About Author /

Caterina, scrittrice viaggiatrice con base in Italia, ha sempre frequentato scuole internazionali. Con una laurea in giornalismo alla Cattolica di Milano e con una grande passione per la scrittura, ha lavorato per un talk show televisivo e ora scrive per Formula 1 e Not Yet Magazine. Nel 2018 ha inoltre conseguito il diploma musicale presso l'istituto CPM di Milano.

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