Arborealkey: la finzione diventa tangibile sfidando i confini del tecnicamente possibile

La costumista francese Clémentine Gelly e le sue fantastiche e complesse creazioni ispirate da fisica ed inegneria

“Cosa faccio? Porto la finzione nella realtà”.

– Clémentine Gelly

Le parole della costumista ventisettenne Clémentine Gelly, conosciuta online come Arborealkey, un riferimento volutamente oscuro a un corto teatrale francese intitolato ‘La télé farceuse’ (letteralmente ‘La televisione burlona’).

Clémentine condivide principalmente il suo lavoro attraverso il digitale, offrendo uno sguardo tecnico ed educativo su come porta in vita i suoi costumi e i suoi oggetti di scena.

Clémentine Gelly.

È nel 2015 che Clémentine scopre per la prima volta il mondo del cosplay. Utilizzando il suo talento per ricreare i costumi di personaggi e indossandoli durante gli eventi, rivela quella che definisce “una sorta di ossessione”. In quel periodo inizia a pubblicare online il processo creativo delle sue opere, attirando un piccolo ma incoraggiante gruppo di fan.

Dopo aver abbandonato un percorso universitario incompiuto nel 2017, trascorre alcuni anni affinando le sue abilità, svolgendo lavori non retribuiti per la creazione di oggetti di scena per studi e insegnando a sé stessa tutto il possibile. Due anni dopo fa il salto apparentemente impossibile: crea il propria marchio, specializzandosi nella realizzazione di costumi e oggetti di scena per cosplayer.

Rientrare in quel mondo che aveva acceso la sua passione si rivela un ritorno gradito. Creare commissioni personalizzate la spinge fuori dalla sua zona di comfort e le consente di apprendere nuove tecniche. Le sfide legate alla realizzazione di progetti sempre più complessi, oltre i confini del suo repertorio abituale, rappresentano una ventata d’aria fresca, riaccendendo il suo entusiasmo per il mestiere.

Tuttavia, l’università incompiuta rimaneva un peso nella sua mente. Con i suoi genitori che avevano deciso di trasferirsi lontano da Marsiglia, la sua città natale, arriva il momento per Clémentine di prendere una decisione.

“Ho sempre avuto la sensazione di qualcosa lasciato a metà: il mio Master incompleto mi impediva di andare avanti”.

– Clémentine Gelly

Decide dunque di riprendere gli studi. Giornate trascorse in lezioni online su Zoom e uno stage in un laboratorio; notti dedicate alla creazione di costumi sempre più elaborati, mentre le richieste da parte di aziende cinematografiche ed eventi continuavano ad aumentare. Il carico di lavoro era immenso, e presto diventa chiaro che questo precario equilibrio non sarebbe potuto durare per altri tre anni.

Si trova così di fronte a un’altra scelta: continuare su un percorso predefinito o rischiare tutto e perseguire il suo mestiere.

“Finché sei a scuola puoi essere passivo e seguire la corrente, ma una volta laureato devi prendere delle decisioni reali”.

– Clémentine Gelly

E qui, Clémentine prende una decisione: è così che diventa una creatrice di costumi a tempo pieno, anche se ammette di aver smesso di etichettare il suo lavoro in modo troppo rigido.

Oggi crea non solo costumi, ma anche coperture personalizzate per auto, pistole in gomma, scrigni da pirata e armature in pelle luminose. Con il suo background in fisica, le sue ispirazioni provengono più dall’ingegneria che dall’arte, sottolineando che si sente più legata al mondo meccanico piuttosto che a quello puramente estetico. Tra i suoi principali riferimenti cita studi di creazione di oggetti di scena come Volpin Props e Punished Props.

Drone meccanico realizzato con scarti di Worbla e Sintra per il progetto Manzoo.

In questo campo, la motivazione è sempre quella di andare oltre, sperimentare nuove tecniche, materiali e perfezionare continuamente le proprie abilità. Il suo primo obiettivo è superare i confini di ciò che è tecnicamente possibile. Il secondo è trasmettere il suo sapere attraverso video che mostrano il processo creativo. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare, una sfida da superare, un materiale da esplorare.

“In futuro mi piacerebbe lavorare di più con metalli e vetro. Ho visto soffiatrici di vetro a Biot da bambina e ci penso ancora oggi.”

– Clémentine Gelly

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