Sofia Gobbi, la giovane cantate italoamericana che cerca di creare uno spazio inclusivo
Chi crescendo non si è mai sentito perso, diviso tra due mondi, non capendo chi fosse veramente? Questo sentimento l’ha provato anche Sofia Gobbi. Crescendo tra l’Italia e la California e non sentendosi di appartenere pienamente a nessuno dei due luoghi, ha cercato a lungo un posto in cui potesse essere semplicemente sé stessa e l’ha scoperto nella musica.
Sofia era già una giovane promessa musicale all’età di otto anni, quando l’amore per il canto e la scrittura erano appena nati. Passava ogni pomeriggio con la sua migliore amica a comporre e produrre canzoni, sdraiate sul letto o per terra, creando coreografie e una gamma di merchandise con oggetti trovati per casa. Il tutto guidato dal sogno di diventare delle rockstar.

La musica per Sofia era il posto sicuro in cui poter esprimere sé stessa, senza sentirsi inadeguata o fuori posto. Crescendo iniziò a dedicare ogni momento libero al comporre canzoni perché quel sogno, di fare della musica la propria vita, bruciava nel cuore.
A sedici anni si trasferisce in California per potersi dedicare maggiormente alla musica e qualche anno dopo, grazie a uno stage presso Interscope Records a Santa Monica, si scopre incuriosita dal marketing musicale.

Approfondisce così questa nuova passione all’università, finendo poi il percorso di studi con tre lauree: una in inglese e scrittura creativa, un master in marketing internazionale della musica e uno in composizione musicale.
Dal 2021 Sofia è a Londra per realizzare concretamente la sua carriera musicale, e proprio nella famosa sala di registrazione Baltic Studios, la cantante ha inciso e prodotto il suo singolo di debutto ‘Ten’, uscito il 28 novembre 2022.
Questo brano racchiude tutte le difficoltà che la giovane cantautrice ha intrapreso crescendo, come andare via di casa per la prima volta e provare la fragilità che comporta il passaggio tra l’infanzia e la vita adulta. È un testo nostalgico che cattura la solitudine che Sofia ha provato in quei momenti. Al contempo, però, le parole usate sono incoraggianti perché ci ricordano che anche noi abbiamo sperimentato le stesse emozioni e forniscono dunque un senso di solidarietà.
Questo è lo scopo di Sofia e il motivo per cui fa musica: riuscire a creare un luogo inclusivo in cui nessuno si senta perso, bensì compreso e accettato. Vuole dare conforto, come in un abbraccio che ti dice “non sei solo”.
Il 2023 segna una svolta con l’uscita di ‘Waiting Room’, una canzone toccante dal ritornello catartico che esplora il dolore, la rabbia e il rimpianto. Prodotto da Jonah Summerfield, mixato da Matt Wiggins (che ha lavorato anche con Adele, i Coldplay e gli U2) e masterizzato da John Davis (che invece ha lavorato con Dua Lipa e i Gorillaz), il singolo vede Sofia aprirsi su una relazione tossica e debilitante che ha sopportato per troppo tempo. Come la maggior parte delle sue canzoni, ‘Waiting Room’ si svolge come un soliloquio represso che conferisce ancora più profondità e onestà ai suoi testi evocativi, ma sempre con un po’ di ironia.


Nel gennaio 2024 è la volta di ‘Trouble’, brano alternative rock-pop che rappresenta una vera e propria dichiarazione di indipendenza. “I’m the sin and I’m the cure”, canta Sofia in una cavalcata di autoaffermazione e ribellione, dove abbandona la ragazza accomodante per abbracciare la versione più autentica e grintosa di sé.
Segue a marzo dello stesso anno ‘Bigger Man’, scritto e prodotto insieme al suo migliore amico Andrea Mastroiacovo. Una canzone che celebra l’amicizia, la leggerezza e l’empowerment femminile, pensata per le “hot girl walks” e i balli in camera con le amiche. Un brano liberatorio e spensierato, che mostra un altro lato giocoso della sua personalità artistica.


Ma è con ‘Whatcha Doing’, uscito lo scorso 25 ottobre, che Sofia riesce a cristallizzare la vertigine dei primi battiti di una nuova storia d’amore. Il singolo racconta il momento in cui, pur cercando di restare calmi e lucidi, si fantastica già su ciò che potrebbe essere. Prodotta ancora una volta dall’amico Mastroiacovo e trasmessa su BBC Radio 1, il brano è un mix esplosivo di ironia, energia punk e irresistibile romanticismo. Il testo, con il suo tono scanzonato e civettuolo, strizza l’occhio alle fan di Wet Leg e Courtney Barnett, confermando Sofia come una voce fresca e autentica dell’alt-pop contemporaneo.
Con un album di debutto ormai alle porte, la cantautrice continua a costruire un mondo musicale in cui nessuno si senta solo. Le sue canzoni sono abbracci sonori, piccole rivoluzioni emotive che uniscono ironia, dolore e leggerezza. Perché per Sofia, la musica resta prima di tutto un luogo sicuro, in cui potersi sentire finalmente a casa.